Un augurio, e un regalo, per il nuovo anno

mercoledì 31 dicembre 2008 Posted by tfrab 0 comments

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Dalla biografia di Keplero, curata da Anna Maria Lombardi, un fiocco di neve

Nel dicembre 1610 (Keplero, ndb) sta passeggiando sotto la neve, pensando a un dono da regalare per Capodanno all’amico Matthäus Wacker von Wackenfels. Con lui condivide da anni conversazioni eclettiche e brillanti, sui più diversi argomenti scientifici e filosofici. Tra questi il tema del vuoto, la cui esistenza è implicata dalle teorie atomistiche.
Si tratta di un dibattito allora molto acceso, riportato alla ribalta dalla recente diffusione anche alla corte di Praga di un importante carme poetico di Jean Passerat, intitolato Il nulla. E proprio al tema del nulla  decide di ispirarsi per individuare il regalo giusto.
Come l’amico è di umili origini e solo grazie alle proprie capacità è riuscito a fare carriera come consulente e avvocato imperiale. Keplero scherza perciò sul fatto che entrambi amano il nulla, come argomento di discussione, e hanno imparato a possedere nulla, nel senso delle condizioni economicamente disagiate. In più Keplero è spesso costretto a sollecitare lo stipendio proprio all’amministrazione in cui Matthäus svolge un ruolo importante. Non si risparmia perciò una battuta: poiché von Wackenfels sa bene che ai matematici “nulla” viene dato, non deve stupirsi che un matematico regali “nulla” a un amico. Ma come rendere concretamente il proposito? Dopo aver preso in considerazione diversi esempi, dal granello di polvere alla goccia d’acqua, Keplero si illumina: la neve che gli si posa lentamente sul cappotto è proprio il regalo che sta cercando. Un fiocco di neve è la rapida condensazione di un impalpabile vapore, che subitaneamente si discioglie di nuovo non appena si posa. Per coincidenza, il termine nix, in latino neve, in tedesco significa nulla. Infine, un fiocco di neve è a forma di stella e viene dal cielo: dunque, quale miglior regalo per l’anno nuovo?

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Il lettore che non t'aspetti

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Si è rinnovato il duello tra GW Bush e K Rove. La gara è a chi legge più libri, il risultato è uno schiacciante 64-40 per Rove, già campione uscente. Buffo che passi per ignorante uno che ha studiato a Yale ed Harvard, e legge così tanto. Specie in un paese come il nostro, dove le persone leggono pochissimo, e i politici hanno un livello d'istruzione modesto.

Chissà, magari l'amministrazione di Bush è stata meno peggio di quanto pensino in molti, forse la grande opposizione alla guerra in Iraq rende meno lucido il giudizio complessivo su questi otto anni.

E intanto, pure quest'anno, George m'ha fregato. Io, anche a contare il primo della Recherche di Proust e un paio di cose che sto finendo ora arrivo a 39: ci è mancato tanto così :-)

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O Little Town of Bethlehem

mercoledì 24 dicembre 2008 Posted by tfrab 0 comments

Buon Natale a tutti

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Leslie Iversen - Farmaci e sostanze

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Trovare nello stesso libro caffè, LSD e farmaci antitumorali potrebbe esser sorprendente, specie per il lettore italiano. In effetti nel mondo anglosassone la parola drug sta a designare una molecola farmacologicamente attiva, senza distinzione tra farmaci e droghe illegali. Inoltre alcune sostanze sono diffuse e socialmente accettate, come la caffeina o l'alcool: il loro consumo è talmente radicato da non esser percepite come droghe.

Il saggio di Leslie Iversen, docente di Farmacologia ad Oxford, ha il suo grande pregio nella leggerezza: in nemmeno 150 pagine vi dà una panoramica delle drug più usate nel mondo, un po' della storia relativa alla loro scoperta (o invenzione) e qualche cenno ai possibili scenari futuri. Molto interessante la storia dell'oppio, il cui uso era diffusissimo nell'Inghilterra dell'ottocento, addirittura con preparazioni per bambini, come il Godfrey's Cordial (detto anche Mother's Friend) e il Dalby's Carminative. In realtà oppiacei per uso pediatrico ancora si trovano, ad esempio il Lonarid, ma la formulazione e le modalità di prescrizione si sono, per fortuna, evolute di molto.

Ovviamente una trattazione così ampia tende ad essere superficiale: se siete curiosi di approfondire date un'occhiata ai consigli di lettura a fine testo. Purtroppo ci sono solo libri in lingua inglese, nell'attesa che qualche casa editrice provi a tradurli in italiano. Buone feste a tutti, e andateci piano con le droghe :-P

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2008 - Un anno di letture

mercoledì 17 dicembre 2008 Posted by tfrab 0 comments

A differenza dello scorso anno, segnato dal capolavoro di Vikram Chandra e dal romanzone di J Littell, tra i libri letti quest'anno non c'è una novità editoriale clamorosa. Certo, ho speso la maggior parte del tempo a riprendere vecchia roba non letta, anzitutto la Recherche di Proust. Eppure l'unica novità di un certo rilievo mi è sembrata la trilogia di Stieg Larsson, brillante giallista scomparso troppo presto.

Alla fine, quindi, un libro dell'anno non c'è. C'è però una casa editrice come la Codice Edizioni, con un catalogo di libri scientifici assolutamente ineguagliato, almeno qui in Italia. Ho avuto il piacere di leggere una bella biografia di Keplero, oltre a un bel testo sul global warming, e un terzo libro è in attesa sul comodino. Per citare Vittorio Bo, fondatore della casa editrice:

"[...]il nostro essere editori indipendenti vuol dire cercare di fare in modo che i problemi della realtà si saldino con la passione e la curiosità intellettuale e aprano la strada a un rinnovato impegno critico. La scienza si potrà così declinare in modo da stupire e incuriosire, coniugandosi e contaminandosi con altri linguaggi, del tutto diversi."

missione compiuta, non c'è che dire.

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Forza Pasteur

venerdì 5 dicembre 2008 Posted by tfrab 0 comments

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C'è voluta una bella inchiesta di Anna Meldolesi sul Riformista per portare alla luce la pessima abitudine di consumare latte crudo che ha preso piede ultimamente. Dovrebbe essere ovvio il beneficio della pastorizzazione, ma così non è nell'anno di grazia 2008. Ci volevano 9 bambini ricoverati con gravi sintomi di intossicazione da Escherichia Coli perché il ministero si svegliasse dal suo torpore. Vi invito a leggere 'inchiesta, e anche i commenti del blog , perché ne emerge un quadro davvero sconfortante.

"Il latte alla spina impazza su internet, fra articoli di Slowfood, blog ambientalisti,deliri olistici di pseudoscienziati. “Scrivono che il latte crudo non dà allergie, fa dimagrire, previene i tumori”, si scandalizza Alfredo Caprioli, direttore del laboratorio europeo di referenza per E. coli O157, all’Istituto superiore di sanità. Junk science: scienza spazzatura."

Già, scienza spazzatura. Pensateci la prossima volta che tentano di rifilarvi una palla.

La grandezza di D.F Wallace

martedì 2 dicembre 2008 Posted by tfrab 0 comments

600-wallace I suoi libri gli hanno costruito una comunità di lettori fedeli come pochi altri. Insomma in David Foster Wallace c’è un nonsoché, e va ben oltre la sua inimitabile acconciatura. Come spiegarlo? Non è solo il fatto che Wallace produce buona narrativa — naturalmente è così, ma in un certo senso questo è un aspetto marginale. E non è solo il fatto che è divertente e innovativo e dotato in maniera leggendaria dei vari strumenti di cui un romanziere ha bisogno per fare il proprio lavoro (empatia, intuito, abilità di connessione, perspicacia e aver-letto-tutto-quel-che-esiste-sulla-faccia-della-terra). E un complimento bizzarro dire che in qualche modo la narrativa sembra, per un Howling Fantod, il meno che Wallace è in grado di fare. Wallace ha semplicemente il genere di cervello che viene voglia di frequentare. Fidatevi, questo è un cervello che vale veramente la pena vedere al lavoro. Non ha molta importanza che cosa sta facendo — se sta scrivendo un reportage sulla campagna elettorale del senatore John McCain nel 2000, un libro sull’infinito nella matematica, o un articolo sulle navi da crociera, o sull’uso del linguaggio al giorno d’oggi, o sul tennis, o — nel caso della raccolta di racconti che avete in mano — e di molta gente che non esiste affatto, e che fa cose che non sono mai successe davvero. La narrativa è una delle tante cose che David Foster Wallace fa con il cervello, ma i suoi Fantods hanno tenere d’occhio attentamente via internet tutto quello che lui produce - che sia un saggio, un’introduzione, metà di una conferenza, perfino un’intervista via e-mail. Quando una voce è voluminosa come questa, la si vuole sentire in qualsiasi forma. È un'intelligenza generosa — è a questo che volevo arrivare, in fondo.

E fa su di me fa un effetto che Pynchon non è mai riuscito a fare. Né DeLillo. Mentre mi fornisce tutte le informazioni di cui ho bisogno, tutta la precisione che mi occorre per capire come stiamo cambiando, di cosa è fatta la nostra modernità — mentre fa questo, tutta l’opera di Wallace riesce comunque ad avere una risonanza tale da ricondurmi a me stessa. Ricondurmi alla mia vera vita vissuta, alle mie esperienze affettive autentiche, alle mie grandi paure, e al mio singolare (così sembra - ma naturalmente è condiviso) destino. Come se un personaggio con i contorni di Ivan II’ic mettesse piede sulla scena iperreale di Rumore bianco: è in questo che personalmente vedo, da lettrice, la grandezza di Wallace. E d’altra parte, ciascuno di voi troverà un proprio modo di leggerlo, non c’è dubbio. È in questo senso che Wallace è uno scrittore di culto: vi sembra che stia parlando solo a voi.

(Zadie Smith, parlando di DF Wallace)

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La Germania raggiunge gli obiettivi di Kyoto

venerdì 28 novembre 2008 Posted by tfrab 0 comments

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Pare che i tedeschi abbiano annunciato il raggiungimento degli obiettivi del protocollo di Kyoto. In realtà il successo sarebbe "viziato" dall'unificazione tedesca, perché il tessuto industriale della DDR era vecchio ed inquinante, e quindi è bastato chiudere o riconvertire quelle aziende per avere una bella spinta nel raggiungere questo risultato. Senza contare che la Germania ha 17 centrali nucleari, e non si capisce ancora che destino avrà il nucleare nel mix energetico made in deutschland del futuro.

Rimane il fatto che, tra il grande sviluppo dell'eolico, i progetti di centrali a carbone pulite, e la gestione modello dei rifiuti, la Germania è all'avanguardia in campo ambientale, in Europa e non solo. Al di là delle mie perplessità sulla strategia di ridurre le emissioni, non si può non ammirare lo straordinario sviluppo tecnologico e scientifico dei tedeschi nel settore.

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Io sto con Di Carlo

lunedì 24 novembre 2008 Posted by tfrab 0 comments

La puntata di Report di ieri sera è stata interamente dedicata allo smaltimento dei rifiuti della città di Roma. Molta carne al fuoco, forse troppa per approfondire a dovere, e la solita dose di faziosità. Il programma di Rai Tre, però, rimane un esempio quasi unico di giornalismo d'inchiesta, in un panorama giornalistico fin troppo anestetizzato, e ridotto al copia-incolla di ANSA e comunicati stampa vari.

Vittima illustre della trasmissione l'assessore della Regione Lazio Mario di Carlo, che  in seguito alla puntata ha polemicamente dato le dimissioni. L'accusa del politico è piuttosto grave: il giornalista avrebbe trasmesso una parte dell'intervista sostanzialmente off the record, montando il filmato per farlo apparire "come un volgare maneggione probabilmente anche corrotto".

Magari hanno ragione quelli di Report, ma dove lo trovate un politico con le dimissioni facili di questi tempi? Cari ex-concittadini, tenetevelo stretto...

Proustiana: la genesi della bellezza

sabato 22 novembre 2008 Posted by tfrab 0 comments

mproust Non appena abbracciai col pensiero questo nuovo concetto della più alta pura manifestazione d’arte, esso s’affiancò al piacere imperfetto avevo provato a teatro, gli aggiunse un poco di quel che gli mancava, e la loro unione formò qualcosa tanto esaltante da farmi esclamare: « Che grande artista!». Certo, si può supporre che non fossi del tutto sincero. Ma si pensi, piuttosto, a tanti scrittori i quali, scontenti del brano che hanno appena scritto,  se leggono un elogio del genio di Chateaubriand evocano un grande artista che avrebbero voluto eguagliare, per esempio canticchiando mentalmente una fra se di Beethoven e confrontandone la carica di tristezza con quella che si sono sforzati di imprimere alla propria prosa, si riempiono a tal punto di quest’idea di genio che l’applicano, ripensandoci, alle proprie creazioni, non le vedono più quali erano loro apparse a prima vista, e azzardando un atto di fede nel valore della propria opera si dicono: « Dopotutto! », rendersi conto che la somma dalla quale scaturisce la loro soddisfazione finale include il ricordo delle stupende pagine di Chateaubriand che hanno assimilate alle proprie ma che, in definitiva, non sono stati certo loro a scrivere; si ricordi quanti uomini credono nell’amore di un’amante della quale non conoscono che i tradimenti; quanti, ancora, sperano alternativamente ora in un’incomprensibile sopravvivenza se pensano, mariti inconsolabili, a una donna che hanno perduta e che continuano ad amare o, artisti, alla gloria futura di cui potranno godere, ora in un rassicurante nulla quando, al contrario, la loro mente si ricollega alle colpe che altrimenti dovrebbero espiare dopo la morte; si pensi, infine, ai turisti che s’entusiasmano per la complessiva bellezza d’un viaggio durante il quale, giorno per giorno, non hanno provato altro che noia, e si dica se nella vita comune vissuta dalle idee nell’ambito del nostro intelletto ve ne sia una sola, fra quelle che più ci rendono felici, che inizialmente non sia andata, da autentico parassita, a chiedere il meglio della forza di cui mancava a un’idea vicina ed estranea

(M. Proust - All'ombra delle fanciulle in fiore - Intorno a Madame Swann)

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Il nuovo gassificatore di Malagrotta

domenica 16 novembre 2008 Posted by tfrab 0 comments

plasma-gasification02 Si fa un gran parlare, in questi giorni, del nuovo gassificatore di Malagrotta, sequestrato appena prima dell'inaugurazione dalla magistratura. Capire cosa sia successo osservando i fatti "dall'esterno" è difficile, secondo il governatore Marrazzo:

"[...]c'erano due problemi. Uno riguardava lo stoccaggio dell'ossigeno che era troppo grande. L'azienda l'ha smantellato e portato a norma. L'altro, piu' complesso, riguarda la certificazione di prevenzione incendi sulla quale, evidentemente, ci sono state diverse interpretazioni: per i Vigili del Fuoco puo' essere rilasciata a cantiere aperto, mentre per la magistratura bisogna avere una certificazione complessiva[...]''

messa così sembra una situazione facilmente risolvibile, lo stesso Manlio Cerroni è sicuro di poter riaprire tra qualche giorno l'impianto. Rimangono le inevitabili polemiche sul gassificatore. Tuttavia Il fatto che in passato la tecnologia usata non abbia dato buoni risultati non significa nulla: se avete voglia di leggervi questo documento dell'ENEA, ad esempio, scoprirete che:

"i gassificatori sono poco diffusi in Europa, dove le esperienze connesse ad impianti commerciali hanno fornito risultati deludenti (es. Greve in Chianti in Italia, Thermoselect e Siemens in Germania), ma abbastanza affermati in Giappone dove sono presenti - in posizione minoritaria - accanto agli inceneritori. Il realizzando impianto di Roma (Malagrotta), ad esempio, è un gassificatore basato su tecnologia derivata da quella Thermoselect ma priva del primo stadio di pirolisi, fatto reso possibile dall’alimentazione di CDR anziché di RUR non trattati."

insomma si tratta dell'evoluzione della tecnologia che non ha funzionato. Le promesse saranno mantenute? E l'impianto gestito bene? Ho fiducia che sarà così: rimane il fatto che questi gassificatori sono usati in Giappone, dove come tecnologia non mi risulta abbiano molto da imparare da noi. Anzi magari siamo noi a dover imparare qualcosa dai tantissimi paesi in cui l'incenerimento dei rifiuti viene praticato senza tanti drammi. Citando ancora il documento dell'ENEA:

"Sfruttando la percezione negativa dell’opinione pubblica nei confronti della termovalorizzazione diretta dei rifiuti (che si può ritenere frutto di disinformazione o di cattiva informazione molto spesso “gridata”, più sui media che in ambito tecnico-scientifico, per motivi ideologici o meri interessi economici) vengono anche proposte come alternativa tecnologie che risultano, di norma, ancora ad uno stadio sperimentale e che poco o nulla hanno a che fare con il recupero energetico, ma che si configurano più come tecniche di pretrattamento dei rifiuti, da destinare successivamente a recupero energetico ovvero allo smaltimento in discarica. Il numero di tali tecnologie, se si considerano anche quelle che si propongono sostanzialmente nei progetti, è piuttosto elevato, dell’ordine delle decine. Se si ragiona tuttavia in termini di maturità commerciale ed impianti, la situazione si presenta assai diversa. La gassificazione costituisce al momento l’unica tecnologia che si configura come competitiva all’incenerimento per la valorizzazione energetica del rifiuto urbano indifferenziato e del CDR."

Parole che mi sento di sottoscrivere in pieno, ma che rimarranno vox clamantis in deserto finché non si riesce a riportare un po' di buonsenso nelle nostre italiche zucche.

Che fine hanno fatto le api?

sabato 8 novembre 2008 Posted by tfrab 0 comments

scomparsa api Un problema ambientale serio, non del tutto chiarito, è il cosiddetto colony collapse disorder, CCD. Si tratta di un vero rompicapo: le arnie si svuotano, senza un apparente perché, come se le api avessero improvvisamente tagliato la corda abbandonando il cibo e, addirittura, i propri piccoli. Su questo grave problema ecologico, e più in generale sull'importanza delle api per l'uomo da sempre, Sylvie Coyaud costruisce un libro interessante, ma che non convince fino in fondo.

Sarà che apprezzo più di ogni altra cosa la sintesi, ma mi sembra che l'autrice spenda buona parte delle 231 pagine in un chiacchericcio superfluo, senza andare mai a fondo delle questioni. D'altra parte se neanche gli scienziati che studiano il fenomeno hanno le idee chiare non si può pretendere più di tanto da un'opera divulgativa. Se però avete voglia di approfondire la materia consiglio questo articolo firmato da Benjamin P. Oldroyd, dell'Università di Sidney.

Da notare che, nonostante il fenomeno sia tutt'altro che chiaro, le varie associazioni ambientaliste, in contrasto con l'opinione del Ministero della Salute, sembrano assolutamente certe che il problema siano i pesticidi, in particolare i neonicotinoidi. Secondo questa dichiarazione di Legambiente, ad esempio, pare che il responsabile sia stato identificato con assoluta certezza. In realtà, se leggete l'articolo che ho linkato sopra, le certezze non ci sono, e il CCD sembra essere dovuto a molti fattori. Senza contare che problemi simili si sono avuti anche nel passato, in epoche senza pesticidi.

Segno che, con ogni probabilità, le api sono uno strardinario campanello d'allarme sullo stato di salute dell'ecosistema, ma sensibili a più fattori, alcuni dei quali ancora ignoti.

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Where a new season happens

sabato 25 ottobre 2008 Posted by tfrab 0 comments

 

Nella notte tra 28 e 29 ottobre riparte l'NBA. Mercato senza novità eclatanti, a rigor di logica la finale più probabile è ancora Lakers-Celtics, con i californiani dati per favoriti. Attenzione, però: le sorprese ci sono tutti gli anni. Occhio soprattutto ai giovanissimi Portland Trailblazers e ai Philadelphia 76ers. Poi non dite che non ve l'avevo detto :-)

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Mark Maslin – Riscaldamento Globale

domenica 19 ottobre 2008 Posted by tfrab 0 comments

riscaldamento_globale Ci sono molti casi in cui questioni prettamente scientifiche diventano oggetto di dibattito pubblico. Un esempio famoso è la teoria dell’evoluzione di Darwin, oppure le polemiche infinite relative ai rifiuti e al modo migliore di gestirli. Il riscaldamento globale entra a pieno titolo in questa categoria. Il pubblico è ferocemente diviso in catastrofisti e negazionisti: si ha quasi l’impressione che la separazione rispecchi soprattutto le convinzioni politiche più che una serena valutazione della realtà.

Il fatto è che la scienza parla un linguaggio complesso, e i tentativi di semplificazione portano spesso a errori e fraintendimenti, più o meno in buona fede. Lungi dal pensare che la risposta definitiva venga dalla Scienza, piuttosto che dall’interazione di quest’ultima con il resto del mondo, è innegabile la necessità di una buona divulgazione per far sì che il dibattito pubblico abbia un qualche senso. Mi pare, quindi, che il libro di Mark Maslin, Riscaldamento Globale, centri l’obiettivo.

L’autore, ricercatore presso lo UCL, espone lungo i dieci capitoli del saggio la ricerca scientifica che ha portato, nel XX secolo, a scoprire il global warming, l’evolversi della comprensione dei cambiamenti climatici e le possibili soluzioni al problema. Il saggio è abbastanza onesto nel presentare le posizioni dei negazionisti, spiegando come e quando alcune obiezioni sono state superate dalla ricerca e da una migliore comprensione del fenomeno. Ad esempio le misurazioni sono state corrette per tener presente l’effetto delle isole di calore, degli errori dei satelliti, dei cambiamenti nei sistemi di misura avvenuti nel corso degli anni. Altrettanto onestamente sono presentate le obiezioni più forti, relative a una scarsa comprensione degli effetti della circolazione termoalina, e alla persistente difficoltà dei modelli climatici nel prevedere i cambiamenti meteorologici improvvisi. Mi pare fondamentale rilevare come la controversia scientifica non invalidi la problematica del global warming, semmai serva a progredire, a migliorare la conoscenza del mondo attraverso quel processo iterativo tipico della Scienza.

Alla fine del libro si passano in rassegna le possibili soluzioni. Il protocollo di Kyoto non risolverà il problema, perché le emissioni andrebbero ridotte del 60-80% per avere un impatto rilevante, ma questo non significa che sia tutto da buttare, se si riuscirà a promuovere una svolta nell’efficienza energetica e nella diversificazione della produzione di energia. Ancor più degno di nota il capitolo riguardante l’adattamento. L’umanità ha ampiamente dimostrato di essere in grado di sopravvivere nelle condizioni più disparate, purché i cambiamenti in atto siano compresi e affrontati con lungimiranza. Non si può non notare, allora, come la vera sfida per il futuro non sia tanto ridurre le emissioni, quanto investire nelle economie più depresse affinché abbiano le risorse per cavarsela da sole. Riprendendo alcune considerazioni verso la fine del libro:

La seconda considerazione che affiora nell'esaminare il costo delle limitazioni da porre al riscaldamento globale riguarda un dilemma morale: questo denaro non potrebbe forse essere speso in altri modi per lenire le sofferenze umane? Ad esempio, l'attuale Protocollo di Kyoto, se attuato, costerebbe come minimo 50 miliardi di dollari all'anno, mentre l'UNICEF stima che basterebbero 70-80 miliardi all'anno per poter dare agli abitanti del Terzo mondo accesso a beni basilari come la salute, l'istruzione, l'acqua e i presidi igienici. Il riscaldamento globale ci pone perciò anche delle grandi questioni morali. Bjørn Lomborg suggerisce che questa connessione tra le risorse impiegate per il riscaldamento globale e gli aiuti al Terzo mondo vada molto più in profondità, poiché sarà proprio il mondo in via di sviluppo a soffrire maggiormente per gli effetti del riscaldamento globale essendo il meno capace ad adattarsi. Se mitighiamo il riscaldamento globale, di fatto aiutiamo le generazioni future del Terzo mondo. Ma se spendiamo la stessa cifra direttamente in aiuti per lo sviluppo aiutiamo gli abitanti attuali di quei paesi, e quindi i loro discendenti. Dato che, come abbiamo visto, nel 2050 il cittadino mondiale medio sarà due volte più ricco di oggi, abbiamo di fronte a noi un vero e proprio dilemma morale: aiutiamo quelli che tra cento anni saranno abitanti più agiati del mondo in via di sviluppo o aiutiamo quelli, più poveri, di oggi? Su tutto ciò pende un'ulteriore incognita: se adesso agevoliamo lo sviluppo rapido del Terzo mondo, non rischiamo di accelerare il riscaldamento globale in modo significativo e di aumentare i costi sulla lunga distanza?

Alla ricerca del tempo perduto - M.Proust

sabato 4 ottobre 2008 Posted by tfrab 0 comments

Per molti la mole di un libro rappresenta un deterrente ad iniziarne la lettura. Tra tutte le opere la più temuta, da questo punto di vista, è Alla ricerca del tempo perduto, di M. Proust. Dopo lunghe esitazioni mi sono convinto a cominciare, grazie anche ad Aleroots. Il libro è meraviglioso, non credo di essere io a doverlo dire. Mi sento solo di aggiungere che, se proprio 3850 pagine vi sembran troppe, provate almeno a leggere il primo libro, Dalla parte di Swann. Intanto vi gusterete il celebre passo sulle Madeleines, che da solo già vale molto. Poi potrete scoprire tutti gli echi di Proust che si trovano nelle opere successive, non solo letterarie. Famosa è la citazione all'inizio di C'era una volta in America, dove Robert De Niro - Noodles dichiara di essere andato a letto presto, al pari del protagonista della Recherche. Anche un film più recente, come Ratatouille, deve molto a Proust: la scena in cui il feroce critico assaggia il piatto preparato dal protagonista è una bella trasposizione del passo delle Madeleines di cui vi parlavo prima.
A me, poi, ha dato molto da riflettere questo passo:
[...]quando erano lungamente contemplati da quell'umile passante, da quel fanciullo sognante - come un re da un memorialista confuso tra la folla -, mai quell'angolo di natura, quel lembo di giardino avrebbero pensato che proprio grazie a lui sarebbero stati chiamati a sopravvivere nelle loro particolarità più effimere; eppure, quel profumo di biancospino che imperversa lungo la siepe dove presto lo sostituiranno le rose di macchia, un rumore di passi senza eco sulla ghiaia d'un viale, la bolla che l'acqua del fiume ha formato contro una pianta acquatica e che subito scoppia, la mia esaltazione li ha presi su di sé ed è riuscita a trasportarli attraverso il succedersi di tanti anni, mentre tutt'intorno le strade sono state cancellate e sono morti quelli che le percorsero e anche il loro ricordo è morto.
fa molto navi in fiamme al largo dei bastioni di Orione, no? O è solo la mia suggestione? Chi lo sa, d'altra parte era proprio Proust che diceva:
Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso.
Fatto il primo passo conoscerete abbastanza di Proust da decidere se valga la pena continuare, oppure no. Nei libri successivi i passi memorabili sono tanti: la Petite bande de Le Fanciulle in Fiore, il ritratto del bel mondo che già ai tempi di Proust era in decadenza, la morte della nonna del protagonista, tanti piccoli ritratti deliziosi di personaggi indimenticabili, come la domestica Francoise, Madame Verdurin, Charlus e tanti altri. Si può avere il dubbio che Proust sia prolisso, ma quando tira fuori certi pezzi di bravura i dubbi spariscono: ce ne sono stati davvero pochi così. Si chiude con Il Tempo ritrovato, dove, al tempo che passa inesorabile, si contrappone l'intuizione di Proust: solo l'Arte è in grado di ridarci il Tempo perduto, permettendo di vedere l'aspetto più misterioso e vero della nostra vita. La pagina finale è, per me, una delle cose più belle mai scritte, unita alla suggestione della pubblicazione postuma, quasi un testamento di Proust:
[...]Il Duca di Guermantes[...]non era poi riuscito ad avanzare che tremando come una foglia sulla poco praticabile cima dei suoi ottantatré anni, come se gli uomini fossero appollaiati su viventi trampoli che aumentano senza sosta sino a diventare, a volte, più alti di campanili, sino a rendere difficili e perigliosi i loro passi, e da cui improvvisamente precipitano.[...]Mi spaventava che i miei fossero già così alti, sotto i miei passi, mi sembrava che non avrei avuto ancora a lungo la forza di tenere attaccato a me quel passato che scendeva già a tale lontananza. Se mi fosse stata lasciata, quella forza, per il tempo sufficiente a compiere la mia opera, non avrei dunque mancato di descrivervi innanzitutto gli uomini, a costo di farli sembrare mostruosi, come esseri che occupano un posto così considerevole accanto a quello così angusto che è riservato loro nello spazio, un posto, al contrario prolungato a dismisura poiché toccano simultaneamente, come giganti immersi negli anni, periodi vissuti da loro a tanta distanza e fra cui tanti giorni si sono depositati – nel Tempo.
segue la parola fine, ma se la Recerche vi è piaciuta è solo l'inizio di un lungo viaggio.
(post aggiornato il 1 settembre 2009, a fine libro)
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Aumenta la CO2 emessa in atmosfera

sabato 27 settembre 2008 Posted by tfrab 0 comments

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Secondo gli ultimi dati a disposizione, sembra che la quantità di CO2 emessa in atmosfera sia salita, mentre l'efficienza del pianeta nel riassorbirla sta calando, seppur di poco. Altro dato notevole è la classifica degli stati che emettono di più: la Cina ha ormai superato gli Stati Uniti, mentre la Russia sta per essere scavalcata dall'India, che ha già staccato il Giappone. Una delle conclusioni è che, se mai è servito a qualcosa, il protocollo di Kyoto è più che mai inutile, visto che i due big asiatici ne sono esclusi, e non hanno nessuna intenzione di fermare la crescita economica.

Che si fa? Servono idee nuove e capacità di soppesare costi e benefici. La risposta potrebbe arrivare dagli USA, entrambi i candidati appaiono sensibili al problema. Nel frattempo, qui in Europa, l'ambizioso obiettivo 20-20-20 sembra sempre meno realizzabile, e, a mio parere, bene fa Ronchi a chiedere una revisione. Il problema, però, è che il cambiamento di rotta servirà a proteggere lo status quo, ma la capacità di rinnovarsi per il futuro è dubbia, noi al massimo spendiamo soldi per salvare industrie decotte tipo Alitalia.

Poco più a nord, in Germania, utilizzano neanche il 40% dell'energia cinese, ma producono grossomodo la stessa ricchezza. O, se preferite, consumano lo stesso petrolio di una trentina di anni fa, ma nel frattempo la produzione è raddoppiata. Non so come stiamo messi in Italia, temo molto lontani.

(per il link al Global Carbon Project vedi anche Leucophaea)

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David Letterman-Bill Clinton (Part 1of3)

giovedì 25 settembre 2008 Posted by tfrab 0 comments

Sarà un po' di nostalgia, sarà che qui in Italia, quanto a classe politica, non siamo messi benissimo, ma Andrea ha proprio ragione, there's only one. C'è solo un Bill Clinton.

Festival letteratura ebraica

sabato 20 settembre 2008 Posted by tfrab 0 comments

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Uff! A saperlo prima mi organizzavo e ci facevo un salto; comunque segnala ipazia che dal 20 al 24 settembre a Roma c'è il Festival Internazionale di Letteratura Ebraica, ma non fatevi sentire da Vattimo che gli rovinate le ferie...

Tra l'altro pare che, secondo il Talmud, "ogni uomo nel corso della propria vita dovrebbe fare un figlio, piantare un albero e scrivere un libro. In un certo senso, si tratta di tre modi diversi di garantire e preservare la nostra esistenza: portando avanti la specie, nutrendo il nostro pianeta, creando per noi stessi una cultura". Mi viene pensato che per la discendenza ho dato, scrivere ho un blog, penso che tutto sommato possa andare. Per l'albero lavoro in campo ambientale, quindi per il nostro pianeta sto facendo abbondantemente la mia parte.

Insomma, stasera mi sento più leggero e in pace col mondo :-)
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Ghiaccio, Rep e Global Warming

mercoledì 17 settembre 2008 Posted by tfrab 0 comments

Image_Zirkum Come ho già detto altre volte, non mi considero affatto tra gli "scettici" sul cosiddetto global warming, anzi. Penso però che il troppo sensazionalismo intorno alla faccenda faccia più male che bene, perché si finisce per spararla troppo grossa, col risultato di nuocere alla causa che si vorrebbe tutelare.

Poteva forse Repubblica.it esimersi? No, e infatti puntuale è arrivato l'ennesimo titolo insensato sui cambiamenti climatici. Stavolta si tratta dell'avvistamento di un circumzenithal arc sopra i cieli di Cambridge. Il fenomeno è molto raro da osservare: si forma solo in condizioni particolari, una delle quali è la presenza di ghiaccio nell'aria.

Voi avete capito come faccia il riscaldamento globale a generare ghiaccio dove normalmente è assente? Io no, al limite mi aspetterei il contrario. Sarei, però, ancora più curioso di sapere come faccia Rep ad affermarlo con tanta sicurezza. Negli articoli in inglese che ho trovato in internet, ad esempio questo del Daily Mail, non si parla di cambiamenti climatici. Nell'attesa che ci spieghino l'arcano provate a cercare circumzenithal arc con google images, alcune immagini sono davvero belle.

UPDATE: quelli di Antares non l'hanno presa bene, e hanno tutte le ragioni. Ho mandato un'e-mail alla redazione di repubblica.it, difficile rispondano, staremo a vedere.

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A fellow of infinite jest

domenica 14 settembre 2008 Posted by tfrab 0 comments

dfw

È morto, all'età di 46 anni, David Foster Wallace, autore di uno dei più straordinari romanzi pubblicati negli anni '90.

UPDATE (14/09/08 - 22.30):questa è la cosa migliore che ho trovato, in rete, per ricordarlo:

Se ho un vero nemico, un patriarca contro cui commettere parricidio, si tratta probabilmente di Barth e Coover e Burroughs, e perfino Nabokov e Pynchon. Perché, anche se la loro consapevolezza, la loro ironia e la loro anarchia avevano scopi validi, l'assorbimento della loro estetica nella cultura consumistica americana ha avuto conseguenze terribili per gli scrittori e per tutti gli altri. Il mio saggio sulla TV in realtà parla di quanto sia diventata velenosa l’ironia postmoderna. Lo vedi in David Letterman, in Gary Shandling e nel rap, ma lo vedi anche in quella merda di Rush Limbaugh, che potrebbe pure essere l'Anticristo. Lo vedi in T. C. Boyle e William Vollmann e Lorrie Moore. E' più o meno tutto quel che c'è da vedere [in Mark Leyner]. Leyner e Limbaugh sono le torri gemelle dell'ironia postmoderna degli anni Novanta, il loro è un cinismo “hip”, un odio che strizza l'occhio e ti dà di gomito e finge che sia tutto uno scherzo.
L'ironia e il cinismo erano quel che ci voleva contro l'ipocrisia americana degli anni Cinquanta e Sessanta. La cosa grandiosa dell'ironia è che seziona ogni cosa e poi la guarda dall'alto per mostrarne le tare, le ipocrisie, le scopiazzature [...] Il sarcasmo, la parodia, l'assurdo e l'ironia sono modi efficaci di smascherare la realtà e mostrarne la sgradevolezza, ma il problema è: una volta che abbiamo fatto saltare le regole dell'arte, e dopo che l'ironia ha svelato e diagnosticato le brutture del reale, a quel punto che facciamo? L'ironia è utile per sfatare le illusioni, ma in America le illusioni le abbiamo già sfatate e ri-sfatate [...] L'ironia e il cinismo postmoderni sono ormai fini a se stessi, sono il parametro della sofisticatezza hip e dell'abilità letteraria. Pochi artisti osano parlare di altri modi di porsi per risolvere ciò che non va, perché temono di sembrare sentimentali e ingenui agli occhi degli ironisti stanchi di tutto. L'ironia è stata liberatoria, oggi è schiavizzante. In un saggio ho letto una bella frase, diceva che l'ironia è il canto dell'uccellino che ha imparato ad amare la propria gabbia. Non c'è dubbio che i primi postmodernisti e ironisti e anarchici e assurdisti abbiano prodotto cose egregie, ma il guizzo non si passa da una generazione all'altra come il testimone della staffetta, il guizzo è personale, idiosincratico [...] Dai giorni di gloria del postmoderno abbiamo ereditato sarcasmo, cinismo, una posa annoiata maniaco-depressiva, sospetto nei confronti di ogni autorità, sospetto di ogni limite posto alle nostre azioni [...] Devi capire che questa roba ha permeato la nostra cultura, è diventata il nostro linguaggio, ci siamo dentro a tal punto da non capire più che è solo una prospettiva, una tra le tante possibili. L'ironia postmoderna è diventata il nostro ambiente.
[...] Tutta l’attenzione e l’impegno e lo sforzo che come scrittore richiedi al lettore non possono essere a tuo vantaggio, devono essere a suo vantaggio [...] Un’opera davvero grande nasce probabilmente da una volontà di svelarci, di aprirci a livello spirituale ed emotivo in un modo che rischia di farci provare davvero qualcosa nel farlo. Significa essere pronti a morire, in un certo senso, pur di riuscire a toccare il cuore del lettore.

DFW, 1993

via carmillaonline

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Un cappello pieno di ciliege - O. Fallaci

sabato 6 settembre 2008 Posted by tfrab 0 comments

tricolore Vecchia stronza, beh, sì – un po’ mi manchi, scrive Leonardo, che stronca preventivamente la Fallaci. Evidentemente a me manca di più, perché il suo ultimo romanzo, uscito postumo, me lo sono comprato, e non mi è dispiaciuto. Un cappello pieno di ciliege è una parte della storia familiare di Oriana, intrecciata con le vicende che hanno portato alla nascita del nostro paese. Il romanzo è gradevole, anche se incompleto: più volte si fa accenno alla terribile notte del 1944, in cui alcuni cimeli di famiglia andarono distrutti. Però di quella notte non c'è traccia nel libro, forse perché il mal dolent si è portato via la Fallaci troppo presto, costringendola a troncare il romanzo.

Quello che mi è davvero piaciuto, del libro, è l'amore della scrittrice per questo paese: partendo dalla sua Toscana, da un dipinto di Giotto custodito in una chiesa di campagna. Proseguendo poi con le storie del Risorgimento,con Cavour e Garibaldi, per finire nell'Italia oramai unificata. Immagino sia la storia travagliata che ha portato alla nostra unità che, talvolta, ci fa quasi scordare di essere italiani. Fortuna che, ogni tanto, qualcuno ce lo ricorda: ciao Oriana, e grazie di tutto. Ci mancherai.

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DNA - JD Watson

mercoledì 3 settembre 2008 Posted by tfrab 0 comments

JamesDWatson DNA è il libro scritto J.D. Watson con A. Berry, che ripercorre il vertiginoso sviluppo legato alla scoperta del DNA, avvenuta oltre 50 anni fa. Attraverso i 13 capitoli possiamo avere un quadro accurato dello stato dell'arte in materia di biotecnologie, terapia genica, OGM...insomma tutto il mondo che ruota attorno all'acido desossiribonucleico.

Si tratta di un testo divulgativo, ottimo se non avete una grande preparazione in materia, ma comunque interessante anche per chi ha avuto modo di studiare un po' di Biochimica all'università , ma ha voglia di curiosare "dietro le quinte" delle scoperte più importanti. Ad esempio la vergognosa pagina dell'eugenetica, la preistoria della genetica moderna, viene subito trattata in apertura.

Poco convincenti, invece, le considerazioni dell'autore verso la fine del libro, quando si esce dall'ambito strettamente tecnico, per indagare i rapporti tra DNA e resto del mondo. Watson ha ragione nell'auspicare una ricerca che non venga distorta da considerazioni non scientifiche, vedi il caso di Lysenko. Non possiamo, poi, che condividere l'invito a non "conformarsi docilmente alla linea dettata dall'ortodossia progressista". Però tutte queste premesse non sarebbero bastate a salvarci dall'eugenetica, male probabilmente più profondo dei semplici pregiudizi a-scientifici di Madison Grant e Harry Laughlin.

Davvero si può fare ricerca illudendosi di presentarsi ai fatti senza una minima opinione preconcetta degli stessi? Veramente possiamo immaginare un mondo in cui la Scienza non è influenzata dalla società? Ho la sensazione che Watson la stia facendo un po' troppo facile. Certo, lo scopo del libro non è buttarla in filosofia, però ancora una volta mi viene pensato che, accanto ai corsi inerenti la specializzazione scelta, un paio di libri di epistemologia non farebbero male ai futuri ricercatori.

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Polonio e sigarette

mercoledì 27 agosto 2008 Posted by tfrab 0 comments

thank_you_4_smoking La "notizia" del Polonio-210 nelle sigarette, quando l'ho letta, mi è giunta tutt'altro che nuova: la pigrizia mi ha impedito di investigare. Per fortuna ci ha pensato l'ottimo Gravità Zero. C'è da dire che, come al solito, i nostri giornali deformano le notizie per fare un po' di sensazionalismo. Ad esempio nel testo riportato dal Corriere della Sera si legge:

Per arrivare a queste conclusioni sono stati analizzati oltre 1.500 documenti interni delle company del fumo, rivela il quotidiano britannico The Independent

che lascia intendere come la cosa fosse nota solo alle case produttrici e solo a loro (da almeno 40 anni). Probabilmente non è esatto, dato che gli autori dell'articolo, tra le altre fonti, hanno effettuato una banale ricerca on-line:

We conducted online searches between 2005 and 2007 with a snowball search technique,10 initially combining terms such as polonium, PO-210, radioactivity, Chernobyl, PB-210, and lead-210.

Anche ammesso che si trattasse di documenti con accesso riservato, il primo dato in letteratura scientifica è del 1964, su Science. Oppure, se non sapete l'inglese potete sempre consultare Viver Sani e Belli del 2000, e altre prestigiose riviste specialistiche italiane. Così, tanto per capire quanto la cosa fosse segreta.

Come mai c'è Polonio? I fertilizzanti usati per il tabacco, e non solo, sono ricavati da minerali. Quando si va a scavare in profondità può capitare di tirare su qualche radionuclide naturale, che poi sopravvive fino ad arrivare alle foglie di tabacco. È chiaro che fumando il Polonio va a contatto diretto dei polmoni, aumentando il rischio di sviluppare un tumore.

Redeem Team

domenica 24 agosto 2008 Posted by tfrab 0 comments

redeem_team_victory

Dopo una finale bellissima gli Stati Uniti tornano in vetta al basket mondiale. Ma l'era del Dream Team  è ormai un ricordo, il basket FIBA dà lezioni di tattica e tanti europei militano nell'NBA. In attesa di Londra 2012 la rivincita è in Turchia, tra due anni.

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Ecoballe - Paolo Rabitti

sabato 16 agosto 2008 Posted by tfrab 1 comments

ecoballe rabitti Considerata la quantità di dilettanti che scrivono, a sproposito, di ambiente, il libro di Paolo Rabitti è un evento da segnalare. L'autore, docente universitario e consulente tecnico per varie procure, analizza lo scandalo rifiuti campano, cercando di smentire il luogo comune secondo cui è tutto colpa della sindrome NIMBY. A giudizio di Rabitti le cause del disastro sono fondamentalmente due: la prima è il famigerato CIP6, la seconda una serie di forzature della gara d'appalto, prima, durante e dopo, che hanno portato alla situazione che tutti conosciamo.

Secondo l'autore la Impregilo avrebbe vinto la gara fornendo un piano irrealistico, che taceva la quantità di discariche necessarie, e i costi connessi, prospettava una produzione di compost inverosimile, e puntava, alla fine, a bruciare la maggior quantità di rifiuti possibili. Dato che il CIP6 è un incentivo indiscriminato a bruciare tutto, ci siamo ritrovati con una quantità enorme di ecoballe da trattare, e che di fatto sono denaro contante in attesa di essere incassato. Il quadro è completato dalla connivenza di diversi politici che, spinti dalle pressioni delle banche, avrebbero continuamente alterato le regole del gioco.

Le accuse sono molto gravi: per quanto mi riguarda fino a prova contraria vige la presunzione d'innocenza, inoltre il libro presenta solo l'argomentazione di una parte, senza dar voce agli accusati. Di certo sarei curioso di sapere che ne pensano all'ARPAC, che è molto criticata in diversi passaggi. Pur con questi difetti, il libro merita di esser letto, sia per cercare di capire meglio i meccanismi che hanno portato alla situazione attuale, sia per approfondire alcuni aspetti tecnici che ai non addetti ai lavori sono poco chiari (FOS, percolato, biogas, e via dicendo). L'epilogo del libro è abbastanza interessante, al netto di un paio di castronerie: la citazione di Al Gore è, a mio parere, una gran fesseria, e gli inceneritori che spuntano come funghi io non li vedo. Però il calcolo che dimostra l'assurdità dell'incentivo CIP6 e le "sette leggi" sulla raccolta differenziata sono degni di nota.

Quando si dice Roma Ladrona...

giovedì 7 agosto 2008 Posted by tfrab 0 comments

Windpark Sul blog Realismo Energetico trovate il link a questo bell'articolo di Panorama, a firma Mario Sechi. Interessante questo dato:

1 megawatt di elettricità prodotto nel Settentrione il 10 luglio scorso costava 106,66 euro, al Centro e nel Meridione 123,29 euro, in Sardegna 113,06 euro e in Sicilia toccava la stratosferica cifra di 171,09 euro. Incredibili asimmetrie di prezzo che si spiegano così: alcune zone dell’Italia non sono collegate alla rete nazionale e questo crea una serie di disfunzioni nella distribuzione di energia.

Dopodichè il prezzo effettivo che si paga, uguale in tutta Italia, viene ottenuto facendo la media dei vari prezzi. In questo modo le inefficenze dovute alle opposizioni dei vari politici locali a qualsiasi infrastruttura, foss'anche una semplice linea dell'alta tensione, vengono scaricati sulle comunità "virtuose". La proposta, assolutamente condivisibile, è di non fare più la media, ma di far pagare a ciascuno il prezzo pieno, in modo da togliere ai vari arruffapopolo l'acqua in cui sguazzano. Se il centrosinistra avesse un po' di cervello dovrebbe sostenerla fortissimamente: scommettiamo che cominceranno a stracciarsi le vesti in nome della solidarietà nazionale violata e urlando contro i leghisti cattivi?

Da sottoscrivere anche la critica ai vari "piani energetici" locali: solitamente un mucchio di chiacchere inconcludenti, buoni solo per qualche taglio di nastro dell'ennesimo, inutile, microimpianto che "darà energia a X famiglie", dove X è un numero piccolo a piacere. A proposito, da quando la famiglia è l'unità di misura della potenza di una centrale? Io ero rimasto ai Watt :-)

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Mal comune, mezzo gaudio

martedì 5 agosto 2008 Posted by tfrab 0 comments

Si lamenta, lo Straniero di Elea, dello stillicidio di passi di gambero privi di organicità, che hanno caratterizzato i timidi tentativi di riformare la scuola italiana. La causa è, in primo luogo, il continuo cambio di direzione dei governi che si succedono, stravolgendo ogni volta il lavoro dei loro predecessori.

Il problema è esattamente lo stesso in campo ambientale: da Ronchi a Matteoli a Pecoraro Scanio è stato un succedersi di leggi poco chiare che si contraddicevano tra di loro, norme comunitarie non recepite per le croniche carenze italiane, riforme lasciate a metà. Adesso la Prestigiacomo, dopo un incomprensibile elogio del suo predecessore, sembra decisa a sbloccare le cose. Auguriamoci che almeno questo Governo duri un'intera legislatura,e riesca, una volta tanto, a scrivere le leggi in maniera chiara, senza aspettare la solita sentenza della Cassazione.

Altrimenti, in mezzo al caos inestricabile, gli unici a guadagnarci sono i maneggioni della peggior specie, i tanti operatori onesti rimangono ai margini, e tutti quanti ci rimettiamo.

Il meccanismo di Anticitera e le Olimpiadi

sabato 2 agosto 2008 Posted by tfrab 0 comments

Qualche giorno fa ho fatto un rapido accenno al meccanismo di Anticitera, forse la più solida evidenza dello straordinario progresso tecnologico dell'età elenistica. Scopro ora, buon ultimo, l'esistenza del "Antikythera Mechanism Research Project", dedicato allo studio di questo meraviglioso manufatto. L'ultima pubblicazione del gruppo, finita su Nature, ipotizza che uno degli usi fosse di calcolare l'inizio delle Olimpiadi. Qui il link al PDF.

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Preso Karadzic

martedì 22 luglio 2008 Posted by tfrab 0 comments

Pare che, finalmente, sia stato arrestato Karadzic. Troppo poco e troppo tardi, e comunque il suo degno compare è ancora uccel di bosco. Ma almeno un briciolo di giustizia per Srebrenica è stata fatta. Per l'immane casino balcanico, invece, le idee restano tante e confuse.


Erofilo, chi era costui?

domenica 20 luglio 2008 Posted by tfrab 0 comments

Spinto dai consigli di molti, in particolare da quelli del buon KK, ho approfittato delle ferie appena concluse per leggermi La rivoluzione dimenticata , di L. Russo. Lo scopo principale del libro è rivalutare la Scienza Ellenistica, non mancano però considerazioni più generali, specie sull'attuale crisi scientifica.

All'inizio del saggio Russo determina le caratteristiche che deve avere la Scienza:

  1. Le affermazioni "scientifiche" non riguardano oggetti concreti, ma enti "teorici" specifici.
  2. La teoria ha una struttura rigorosamente deduttiva; è costituita cioè da pochi enunciati fondamentali ("assiomi", "postulati" o "principi") sui propri enti caratteristici e da un metodo unitario e universalmente accettato per dedurne un numero illimitato di conseguenze.
  3. Le applicazioni al mondo reale sono basate su delle "regole di corrispondenza" tra gli enti della teoria e gli oggetti concreti.

La difficoltà nel valutare esattamente il livello di conoscenze di Erofilo e soci è data dal grande numero di testi che sono andati persi. Russo supera questo problema identificando gli echi di quei lavori che si trovano in scrittori successivi. Un lavoro encomiabile, ma anche un grande limite del testo: in alcune parti si devono fare molte assunzioni che, per quanto ragionevoli, non possono essere dimostrate con certezza, proprio a causa della penuria di testimonianze. Molto solide, invece, le testimonianze archeologiche, come il celebre meccanismo di Anticitera, che testimoniano il grande livello degli scienziati "alessandrini".

La trattazione della Scienza moderna risulta molto meno soddisfacente. Protagonisti come Keplero e De Broglie sono liquidati in poche righe. Più in generale a Russo, come esplicitamente ammesso al capitolo 11.8, non va giù la nascita della moderna fisica, distinta dall'antica matematica. È l'hypotheses non fingo la pietra dello scandalo, il distaccarsi dal rigore logico-deduttivo in favore di uno sguardo più aperto sul mondo e i suoi fenomeni.

Si chiude con un gran bell'epilogo, e con un monito: il progresso scientifico non è garantito, e la regressione verso mentalità pre-scientifiche è sempre in agguato.

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Ritratto di un polemista da giovane

Posted by tfrab 0 comments

dnastructure L’ormone della crescita bovino (BGH, bovine growth hormone) è simile per molti aspetti a quello umano, ma induce un effetto col laterale prezioso dal punto di vista zootecnico, giacché aumenta la produzione di latte nelle vacche. La Monsanto clonò il gene codificante il BGH e produsse un ormone ricombinante. Sebbene le vacche sintetizzino normalmente l’ormone, con le iniezioni del BGH della Monsanto aumentarono la produzione di latte di circa il 10 per cento. Alla fine del 1993 la FDA approvò l’uso del BGH e nel 1997 circa il 20 per cento dei dieci milioni di vacche da latte americane riceveva ormai i supplementi di ormone. Il latte così prodotto è indistinguibile da quello prodotto da bovine non trattate con integratori: entrambi i latti contengono infatti le stesse piccole quantità di BGH. Una fondamentale argomentazione contro l’etichettatura del latte con diciture come « ottenuto senza supplementi di BGH », così da contraddistinguerlo da quello «ottenuto con supplementi di BGH» consiste proprio nell’impossibilità di distinguere il latte proveniente da vacche trattate e non trattate: non c’è modo, pertanto, di stabilire se tali etichette siano o meno veritiere. Poiché l’uso del BGH consente agli allevatori di raggiungere i propri obiettivi di produzione di latte con un numero di capi di bestiame inferiore, in linea di principio si tratta di un’innovazione benefica per l’ambiente, giacché potrebbe dar luogo a una riduzione delle mandrie al pascolo. Inoltre, poiché il gas metano prodotto dai bovini contribuisce significativamente all’effetto serra, la riduzione delle mandrie potrebbe davvero avere un effetto a lungo termine sul riscaldamento globale. Il metano è venticinque volte più efficace dell’anidride carbonica nel trattenere il calore, e in media una vacca al pascolo ne produce seicento litri al giorno — abbastanza per gonfiare quaranta palloncini.

All’epoca rimasi sorpreso del fatto che l’uso del BGH provocasse una tale esplosione di proteste da parte della lobby anti-DNA. Oggi, mentre assistiamo al trascinarsi della controversia sui cibi geneticamente modificati, ho imparato che la gente poIemica può fare un problema di qualsiasi cosa, per partito preso. Jeremy Rifkin, il più ossessivo nemico delle biotecnologie, inaugurò la propria carriera di Bastian Contrario in occasione del bicentenario dell’indipendenza americana, nel 1976: ci trovò da obiettare. Poi passò a obiettare sul DNA. A metà degli anni Ottanta, la sua reazione a chi osservò che probabilmente la questione del BGH non avrebbe infiammato l’opinione pubblica fu: « Io ne farò un problema! Troverò qualcosa! E il primo prodotto della biotecnologia e io lo combatterò». E lo combatté. «E innaturale» (ma è indistinguibile dal latte «naturale»). «Contiene proteine che causano il cancro» (non è vero, e in ogni caso le proteine sono degradate nel corso della digestione) « Costringerà i piccoli allevatori a chiudere » (invece, a differenza di molte nuove tecnologie, in questo caso non esistono costi anticipati, e quindi i piccoli allevatori non vengono discriminati). « Farà male alle vacche» (quasi nove anni di esperienza commerciale su milioni di capi di bestiame hanno dimostrato che non è così). Alla fine, quando divenne chiaro che nessuno degli scenari apocalittici previsti da Rifkin era realistico, il chiasso andò smorzandosi, proprio come era accaduto nel caso delle obiezioni contro il DNA ricombinante, ai tempi di Asilomar.

Il battibecco sul BGH fu un assaggio di ciò che ci aspettava. Per Rifkin e la gente che la pensava come lui, animata da un’autentica fobia nei confronti del DNA, il BGH non fu che un antipasto: a fare da portata principale erano in arrivo gli alimenti geneticamente modificati.

(J.D. Watson – DNA)

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Chiuso per ferie

venerdì 4 luglio 2008 Posted by tfrab 0 comments

Geschichte

 

Ci sentiamo tra un paio di settimane. Aufwiedersehen!

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Vendesi inceneritore, ottimo stato

lunedì 30 giugno 2008 Posted by tfrab 0 comments
Stando a quanto affermato da Ennio Italico Noviello, ricercatore del CNR, l'inceneritore di Brescia sarebbe stato offerto alla città di Napoli: si tratterebbe di un investimento meno oneroso, inoltre l'inquinamento a Brescia sarebbe ormai insostenibile, dato che "a Brescia non c'é un solo allevamento di bovini che sia senza diossina".

Il CNR si è affrettato a prendere le distanze, personalmente sono un po' stupito che un ricercatore di un istituto tanto prestigioso si lasci andare a queste dichiarazioni, che vorrei analizzare.

  1. L'inceneritore sarebbe costato meno di quello nuovo. Possibile, in effetti una macchina usata costa meno dello stesso modello nuovo. Ma a Brescia se ne vogliono davvero privare? E le case che usufruiscono del teleriscaldamento come fanno? E tutti i rifiuti che fine farebbero? Nelle strade come a Napoli? Mah...
  2. L'inceneritore inquina. Stando alle misurazioni fatte da Comune, Università di Brescia e Istituto M. Negri no. Noviello ha altri dati?
  3. Il latte è contaminato da diossine. Come fa Noviello a essere così sicuro che le diossine vengano dall'inceneritore, e non ad esempio, da attività industriali presenti già da tempo nell'area? Non foss'altro che l'inceneritore opera dal 1998 e le prime campagne di monitoraggio che hanno evidenziato presenza di diossina, PCB e altre amenità sono del 1994. Inquinamento retroattivo?

UPDATE (02/08/2008 h. 22.45) pare che a Brescia non l'abbiano presa benissimo, staremo a vedere come va a finire. Chi arrivasse dai motori di ricerca, curioso di sapere l'opinione del titolare in materia di inceneritori e dintorni può curiosare QUI e QUI.

Tayshaun "Di Natale" Prince

sabato 28 giugno 2008 Posted by tfrab 0 comments

t_prince Pensate che in Italia le discussioni sulla formazione della nazionale siano esagerate? Che 50 milioni di CT siano un po' troppi? Beh, dovreste vedere la contesa intorno ai convocati USA per le prossime olimpiadi. In particolare la disputa più animata sembra riguardare Tayshaun Prince, ritratto nella foto qui accanto.

L'aspettativa intorno alla squadra nazionale è forte, pari solo alla delusione per gli ultimi risultati negativi ottenuti a Mondiali ed Olimpiadi. Sicuramente i tempi sono cambiati rispetto alla generazione di Bird, Jordan e compagnia, e il livello del resto del mondo è molto cresciuto.

Come mai tutta questa controversia? Lo staff di coach Mike Krzyzewski ha deciso, in ultima analisi, di lasciare a casa Tyson Chandler, giocatore potente e in grado di farsi rispettare sotto i tabelloni, preferendogli per l'appunto il buon Prince, molto più versatile, e con doti difensive niente male.

Più in generale, la squadra USA, dovrebbe giocare con Carmelo Anthony e LeBron James ali, potendo contare nel roster solo su tre "big man", e un unico vero pivot, Dwight  Howard.

La scommessa è di avere un team in grado di giocare un basket più veloce, e una squadra capace di allargare al massimo le maglie delle difese avversarie, sfruttando la linea del tiro da tre FIBA, più vicina al canestro di mezzo metro. La scommessa mi sembra sensata, a patto che gli dei del basket risparmino la squadra americana da infortuni, almeno nell'esiguo settore lunghi.

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Aspettando l'epidemia

venerdì 27 giugno 2008 Posted by tfrab 0 comments

chiaiano Dopo un inizio "decisionista" il Governo sembra di nuovo in difficoltà con l'eterno problema dei rifiuti campani. La decisione di venire incontro alle richieste dei residenti di Chiaiano può essere vista come saggezza politica, ma anche come la prima breccia in un muro destinato a sgretolarsi.

Fatto sta che, per ora, l'unica alternativa all'esportazione dei rifiuti in Germania sembra essere portarli in Lombardia o Liguria.

Sui comitati locali, tanto critici verso la discarica, uno dovrebbe tacere, non avendo certo letto tutto il dossier. Però non possiamo fare a meno di dare ragione ai tecnici del ministero quando parlano di una cifra per smaltire i rifiuti attorno agli 80 euro/tonnellata, più o meno in linea con le quotazioni di mercato attuali.

Sostenere, come fanno Ennio Forte e gli altri esperti di parte, che smaltire in una discarica sotto casa sia il doppio più caro che mandare i rifiuti a bruciare dall'altra parte d'Europa mi pare piuttosto ardito. I termovalorizzatori sono impianti complessi e costosi, la discarica è solo un grosso buco ben pavimentato. In più a Chiaiano non si deve neanche scavare, per cui...

Divertente anche la storia della falda a 170 metri dal piano campagna. Considerate che la vecchia normativa, tanto per darvi un'idea, prevedeva 2 metri di distanza tra falda e discarica per le cosiddette 2C, impianti in grado di ricevere rifiuti industriali molto pericolosi, altro che i sacchettini di spazzatura.

Insomma, le argomentazioni dei residenti, in preda ad evidente sindrome NIMBY, sembrano quanto mai speciose. Mentre a Napoli ci si balocca con gli esposti alla magistratura le temperature salgono, e con loro il rischio di una qualche, catastrofica, epidemia.

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Attenzione: post autoreferenziale

domenica 22 giugno 2008 Posted by tfrab 0 comments

Hypatia Apprendo con piacere di essere finito nel blogroll di ipazia, e in quello di farfintadiessersani. La prima non la conoscevo: ha un blog interessante, e una gran bella libreria su anobii.

Beccaria è invece già molto noto, credo non necessiti di presentazioni. Magari, però, vi siete persi un piccolo gioiellino, le "Cronache da Ilio". Il primo post lo trovate QUI, gli altri li linko via google, non avendo trovato modo migliore.

Se non sbaglio i post alla fine coprono solo i primi nove libri: un peccato non sia arrivato alla fine, ma se avete voglia di (ri)leggere l'Iliade è una gran bella partenza.

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Mamma, butta la pasta!

domenica 15 giugno 2008 Posted by tfrab 0 comments

Kevin_Garnett Sono cresciuto guardando l'NBA in TV: le partite finivano quando coach Peterson urlava "Mamma, butta la pasta!", a prescindere da quanto effettivamente mancasse alla fine. Questa serie finale tra Boston e Los Angeles mi sembra ormai conclusa.

Troppo forti i Celtics, decisamente di un altro pianeta in difesa e con molto più gioco di squadra. Impressionanti, soprattutto, per la capacità di restare in linea di galleggiamento anche nelle situazioni disperate, come il -24 di gara 4.

A suggellare la sconfitta di L.A. la spietata analisi di Kevin Garnett: pare che Phil Jackson abbia già ritagliato il testo della dichiarazione, distribuendone copia a tutta la squadra. Basterà? Per me no, l'acqua già bolle in pentola :-)

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Caro Herr Nietzsche

venerdì 13 giugno 2008 Posted by tfrab 0 comments

saul bellow Caro Herr Nietzsche,

mio caro signore, posso rivolgerle una domanda? Lei parla del potere che ha lo spirito dionisiaco di resistere alla vista del Terribile, del Discutibile, di permettersi il lusso della Distruzione, di assistere alla Decomposizione, alla Bruttezza, al Male. Tutto ciò lo spirito dionisiaco può farlo in quanto possiede lo stesso potere di recupero che ha la Natura stessa. Alcune di queste espressioni, bisogna che glielo dica, hanno un timbro molto germanico. Una frase come “il lusso della Distruzione” è totalmente wagneriana, ed io so come lei sia giunto a disprezzare tutta la morbosa idiozia e magniloquenza wagneriana.

Ora noi ne abbiamo viste abbastanza di distruzioni per poter dire di avere sperimentato ampiamente il potere dello spirito dionisiaco, e dove sono gli eroi che ne sono usciti guariti? Io e la Natura (stessa) stiamo insieme soli, nelle Berkshires, ed è l’occasione buona per me per capire. Sto sdraiato in un’amaca, mento sul petto, mani intrecciate, mente zeppa di pensieri, agitato, sì, ma anche allegro, ed io so che lei tiene in grande considerazione l’allegrezza - l’allegria vera, non l’apparente ottimismo degli epicurei, né lo strategico buonumore degli angosciati. So anche che lei crede che il dolore profondo nobiliti, il dolore che arde lentamente, come il legna verde, e qui in un certo senso ha ragione. Ma per questa educazione più elevata è necessaria la sopravvivenza. Bisogna che uno sopravviva al dolore. Herzog! tu la devi smettere con questa litigiosità e con l’aizzamento dei grandi uomini.

No, sul serio, Herr Nietzsche, io ho grande ammirazione per lei. Simpatia. Lei vuoi metterci in grado di vivere con il vuoto. Non disporsi alla bontà d’animo, alla fiducia, alle solite mediocri considerazioni umane, ma chiedere, come giammai fu stato chiesto prima, incessantemente, con ferrea determinazione, nel male, oltre il male, senza accettare mai nessun abbietto conforto. Le domande più assolute, più pungenti. Ripudiando il genere umano come esso è, questa plebaglia volgare, gretta, fraudolenta, puzzolente, non illuminata, instupidita, e non soltanto la plebaglia operaia, ma anche peggio la plebaglia “istruita” con i suoi libri, concerti e conferenze, il suo liberalismo e i suoi romantici e teatrali «amori» e “passioni” — meritano tutti di morire, e moriranno. Okay.

Tuttavia i suoi estremisti devono sopravvivere. Senza sopravvivenza, niente Amor Fati. Anche i suoi immoralisti mangiano carne. Vanno in autobus. Sono anzi quelli tra i viaggiatori a cui l’autobus fa più male. Il genere umano vive principalmente di idee corrotte. Una volta corrotte, le sue idee non sono meglio di quelle del cristianesimo che lei condanna. Qualsiasi filosofo che vuole tenersi in contatto col genere umano dovrebbe pervertire il proprio sistema in anticipo per vedere come apparirà in realtà a qualche decina d’anni dalla sua adozione. La saluto da questo mero limite di erbosa luce temporale, e le auguro felicità, ovunque si trovi. Il suo, sotto il velo di Maya,

M.E.H.

(tratto da S. Bellow - Herzog)

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La Bellezza indicibile di Dio

martedì 10 giugno 2008 Posted by tfrab 0 comments

Achille_Louvre Una parte della critica ritiene che le apparizioni degli dèi siano nell’Iliade le parti più estranee alla sensibilità moderna, e che la sua ossatura laica consenta di ridimensionare il loro intervento, proprio perché nel racconto al gesto divino corrisponde sempre, come un suo doppio, il gesto umano. Il poema è allora leggibile oggi solo come un romanzo, definibile come epopea disertata dagli dèi?

La presenza divina, sia quella di Teti che consola il figlio, sia quella di Giove onnipotente, manifesta l’imprevedibile che accade in ogni vita, anche quella che oggi soprattutto cerca una logica degli eventi, il cui artefice sia soltanto l’uomo. Senza valorizzare la rappresentazione poetica del lato dell’esistenza, non dominabile dal calcolo umano, la lettura di Omero non rende giustizia alla verità della concezione greca della vita, se non della concezione della vita tout court. Gli dèi, per quanto ciò sia lontano dalla nostra mentalità di moderni, sono, al pari e forse più degli uomini, i protagonisti del poema.

L’Iliade si conclude con un duello mortale, ma grande è la compassione con cui sono guardate le ragioni dei vinti, voce dell’umanità intera e non solo di se stessi. Omero racconta di battaglie, di vendette e di ira, ma nel testo non di rado è custodita la memoria di un amore ostinato per la pace, sia da parte di chi vive in silenzio quella guerra, le donne e i bambini, sia da parte di chi, a cominciare da Achille, spesso usa le parole come armi con cui differire lo scontro. È presente nel poema l’ammirazione per la bellezza delle armi, il fascino dei movimenti degli eserciti, persino la dolorosa attrattiva del sangue, quasi a riscattare la mediocrità del quotidiano, a definire un fulcro in cui si condensi l’esperienza umana in tutta la sua densità. Per costruire la pace non basta preparare la guerra, occorre sapere di un’altra bellezza, più potente dello scintillio delle armi. Una bellezza che Omero e tutta la grande poesia hanno donato all’umanità, voce e profezia della Bellezza indicibile di Dio.

(Laura Cioni · La guerra degli uomini e degli déi)

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Kevin Garnett Puts On a Show

sabato 7 giugno 2008 Posted by tfrab 0 comments

La prima gara è di Boston. Difesa che prevale sull'attacco? Forse, ma un KG così aiuta.

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L'"incidente" di Krsko

giovedì 5 giugno 2008 Posted by tfrab 0 comments

krskoL'incidente occorso alla centrale nucleare di Krsko, in Slovenia, ha generato molto allarme in tutta Europa, oltre ad una serie di articoli dal tono piuttosto allarmistico. Tutto questo allarme è giustificato? Probabilmente no, cercherò di spiegare perché. L'evento è classificato, nella scala INES, di livello ZERO, ovvero non è successo NULLA.

A prima vista sembrerebbe un paradosso: c'è stata una cospicua perdita di acqua, pari a 3 metri cubi l'ora, e sembra ovvio immaginare che la perdita di refrigerante, in un qualsiasi dispositivo, porti al surriscaldamento e a guasti peggiori.

In realtà l'impianto sloveno è un impianto di tipo PWR, in cui l'acqua, oltre a svolgere la consueta funzione di raffreddamento, funge anche da moderatore. In parole povere l'impianto, in mancanza del moderatore, si spegne. I paragoni col disastro di Cernobyl sono quanto mai inappropriati. Ci fosse stata questa semplice misura di sicurezza intrinseca probabilmente l'incidente non sarebbe accaduto.

Insomma, questo incidente sta al disastro sovietico come una toccata al marciapiede in fase di parcheggio sta al frontale con un TIR.

A proposito, sapete a chi si deve la scoperta che l'acqua può fare da moderatore? Ad Enrico Fermi, più di settanta anni fa. Ne è passato di tempo da allora, ma evidentemente con noi italiani è stato poco clemente.