Un augurio, e un regalo, per il nuovo anno

mercoledì 31 dicembre 2008 Posted by tfrab 0 comments

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Dalla biografia di Keplero, curata da Anna Maria Lombardi, un fiocco di neve

Nel dicembre 1610 (Keplero, ndb) sta passeggiando sotto la neve, pensando a un dono da regalare per Capodanno all’amico Matthäus Wacker von Wackenfels. Con lui condivide da anni conversazioni eclettiche e brillanti, sui più diversi argomenti scientifici e filosofici. Tra questi il tema del vuoto, la cui esistenza è implicata dalle teorie atomistiche.
Si tratta di un dibattito allora molto acceso, riportato alla ribalta dalla recente diffusione anche alla corte di Praga di un importante carme poetico di Jean Passerat, intitolato Il nulla. E proprio al tema del nulla  decide di ispirarsi per individuare il regalo giusto.
Come l’amico è di umili origini e solo grazie alle proprie capacità è riuscito a fare carriera come consulente e avvocato imperiale. Keplero scherza perciò sul fatto che entrambi amano il nulla, come argomento di discussione, e hanno imparato a possedere nulla, nel senso delle condizioni economicamente disagiate. In più Keplero è spesso costretto a sollecitare lo stipendio proprio all’amministrazione in cui Matthäus svolge un ruolo importante. Non si risparmia perciò una battuta: poiché von Wackenfels sa bene che ai matematici “nulla” viene dato, non deve stupirsi che un matematico regali “nulla” a un amico. Ma come rendere concretamente il proposito? Dopo aver preso in considerazione diversi esempi, dal granello di polvere alla goccia d’acqua, Keplero si illumina: la neve che gli si posa lentamente sul cappotto è proprio il regalo che sta cercando. Un fiocco di neve è la rapida condensazione di un impalpabile vapore, che subitaneamente si discioglie di nuovo non appena si posa. Per coincidenza, il termine nix, in latino neve, in tedesco significa nulla. Infine, un fiocco di neve è a forma di stella e viene dal cielo: dunque, quale miglior regalo per l’anno nuovo?

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Il lettore che non t'aspetti

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Si è rinnovato il duello tra GW Bush e K Rove. La gara è a chi legge più libri, il risultato è uno schiacciante 64-40 per Rove, già campione uscente. Buffo che passi per ignorante uno che ha studiato a Yale ed Harvard, e legge così tanto. Specie in un paese come il nostro, dove le persone leggono pochissimo, e i politici hanno un livello d'istruzione modesto.

Chissà, magari l'amministrazione di Bush è stata meno peggio di quanto pensino in molti, forse la grande opposizione alla guerra in Iraq rende meno lucido il giudizio complessivo su questi otto anni.

E intanto, pure quest'anno, George m'ha fregato. Io, anche a contare il primo della Recherche di Proust e un paio di cose che sto finendo ora arrivo a 39: ci è mancato tanto così :-)

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O Little Town of Bethlehem

mercoledì 24 dicembre 2008 Posted by tfrab 0 comments

Buon Natale a tutti

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Leslie Iversen - Farmaci e sostanze

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Trovare nello stesso libro caffè, LSD e farmaci antitumorali potrebbe esser sorprendente, specie per il lettore italiano. In effetti nel mondo anglosassone la parola drug sta a designare una molecola farmacologicamente attiva, senza distinzione tra farmaci e droghe illegali. Inoltre alcune sostanze sono diffuse e socialmente accettate, come la caffeina o l'alcool: il loro consumo è talmente radicato da non esser percepite come droghe.

Il saggio di Leslie Iversen, docente di Farmacologia ad Oxford, ha il suo grande pregio nella leggerezza: in nemmeno 150 pagine vi dà una panoramica delle drug più usate nel mondo, un po' della storia relativa alla loro scoperta (o invenzione) e qualche cenno ai possibili scenari futuri. Molto interessante la storia dell'oppio, il cui uso era diffusissimo nell'Inghilterra dell'ottocento, addirittura con preparazioni per bambini, come il Godfrey's Cordial (detto anche Mother's Friend) e il Dalby's Carminative. In realtà oppiacei per uso pediatrico ancora si trovano, ad esempio il Lonarid, ma la formulazione e le modalità di prescrizione si sono, per fortuna, evolute di molto.

Ovviamente una trattazione così ampia tende ad essere superficiale: se siete curiosi di approfondire date un'occhiata ai consigli di lettura a fine testo. Purtroppo ci sono solo libri in lingua inglese, nell'attesa che qualche casa editrice provi a tradurli in italiano. Buone feste a tutti, e andateci piano con le droghe :-P

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2008 - Un anno di letture

mercoledì 17 dicembre 2008 Posted by tfrab 0 comments

A differenza dello scorso anno, segnato dal capolavoro di Vikram Chandra e dal romanzone di J Littell, tra i libri letti quest'anno non c'è una novità editoriale clamorosa. Certo, ho speso la maggior parte del tempo a riprendere vecchia roba non letta, anzitutto la Recherche di Proust. Eppure l'unica novità di un certo rilievo mi è sembrata la trilogia di Stieg Larsson, brillante giallista scomparso troppo presto.

Alla fine, quindi, un libro dell'anno non c'è. C'è però una casa editrice come la Codice Edizioni, con un catalogo di libri scientifici assolutamente ineguagliato, almeno qui in Italia. Ho avuto il piacere di leggere una bella biografia di Keplero, oltre a un bel testo sul global warming, e un terzo libro è in attesa sul comodino. Per citare Vittorio Bo, fondatore della casa editrice:

"[...]il nostro essere editori indipendenti vuol dire cercare di fare in modo che i problemi della realtà si saldino con la passione e la curiosità intellettuale e aprano la strada a un rinnovato impegno critico. La scienza si potrà così declinare in modo da stupire e incuriosire, coniugandosi e contaminandosi con altri linguaggi, del tutto diversi."

missione compiuta, non c'è che dire.

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Forza Pasteur

venerdì 5 dicembre 2008 Posted by tfrab 0 comments

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C'è voluta una bella inchiesta di Anna Meldolesi sul Riformista per portare alla luce la pessima abitudine di consumare latte crudo che ha preso piede ultimamente. Dovrebbe essere ovvio il beneficio della pastorizzazione, ma così non è nell'anno di grazia 2008. Ci volevano 9 bambini ricoverati con gravi sintomi di intossicazione da Escherichia Coli perché il ministero si svegliasse dal suo torpore. Vi invito a leggere 'inchiesta, e anche i commenti del blog , perché ne emerge un quadro davvero sconfortante.

"Il latte alla spina impazza su internet, fra articoli di Slowfood, blog ambientalisti,deliri olistici di pseudoscienziati. “Scrivono che il latte crudo non dà allergie, fa dimagrire, previene i tumori”, si scandalizza Alfredo Caprioli, direttore del laboratorio europeo di referenza per E. coli O157, all’Istituto superiore di sanità. Junk science: scienza spazzatura."

Già, scienza spazzatura. Pensateci la prossima volta che tentano di rifilarvi una palla.

La grandezza di D.F Wallace

martedì 2 dicembre 2008 Posted by tfrab 0 comments

600-wallace I suoi libri gli hanno costruito una comunità di lettori fedeli come pochi altri. Insomma in David Foster Wallace c’è un nonsoché, e va ben oltre la sua inimitabile acconciatura. Come spiegarlo? Non è solo il fatto che Wallace produce buona narrativa — naturalmente è così, ma in un certo senso questo è un aspetto marginale. E non è solo il fatto che è divertente e innovativo e dotato in maniera leggendaria dei vari strumenti di cui un romanziere ha bisogno per fare il proprio lavoro (empatia, intuito, abilità di connessione, perspicacia e aver-letto-tutto-quel-che-esiste-sulla-faccia-della-terra). E un complimento bizzarro dire che in qualche modo la narrativa sembra, per un Howling Fantod, il meno che Wallace è in grado di fare. Wallace ha semplicemente il genere di cervello che viene voglia di frequentare. Fidatevi, questo è un cervello che vale veramente la pena vedere al lavoro. Non ha molta importanza che cosa sta facendo — se sta scrivendo un reportage sulla campagna elettorale del senatore John McCain nel 2000, un libro sull’infinito nella matematica, o un articolo sulle navi da crociera, o sull’uso del linguaggio al giorno d’oggi, o sul tennis, o — nel caso della raccolta di racconti che avete in mano — e di molta gente che non esiste affatto, e che fa cose che non sono mai successe davvero. La narrativa è una delle tante cose che David Foster Wallace fa con il cervello, ma i suoi Fantods hanno tenere d’occhio attentamente via internet tutto quello che lui produce - che sia un saggio, un’introduzione, metà di una conferenza, perfino un’intervista via e-mail. Quando una voce è voluminosa come questa, la si vuole sentire in qualsiasi forma. È un'intelligenza generosa — è a questo che volevo arrivare, in fondo.

E fa su di me fa un effetto che Pynchon non è mai riuscito a fare. Né DeLillo. Mentre mi fornisce tutte le informazioni di cui ho bisogno, tutta la precisione che mi occorre per capire come stiamo cambiando, di cosa è fatta la nostra modernità — mentre fa questo, tutta l’opera di Wallace riesce comunque ad avere una risonanza tale da ricondurmi a me stessa. Ricondurmi alla mia vera vita vissuta, alle mie esperienze affettive autentiche, alle mie grandi paure, e al mio singolare (così sembra - ma naturalmente è condiviso) destino. Come se un personaggio con i contorni di Ivan II’ic mettesse piede sulla scena iperreale di Rumore bianco: è in questo che personalmente vedo, da lettrice, la grandezza di Wallace. E d’altra parte, ciascuno di voi troverà un proprio modo di leggerlo, non c’è dubbio. È in questo senso che Wallace è uno scrittore di culto: vi sembra che stia parlando solo a voi.

(Zadie Smith, parlando di DF Wallace)

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