The Infinite Jest - D. F. Wallace
lunedì 14 gennaio 2008
Di cosa parla
In un futuro non molto lontano, 10-15 anni dopo la stesura del libro, molte cose sono cambiate in America. Rifiuti tossici, stravolgimenti politici, cambiamenti nel costume hanno profondamente cambiato il mondo in pochi anni. Nella città di Boston seguiamo un intrecciarsi di storie che hanno per sfondo l'E.T.A., un'accademia per futuri tennisti professionisti, e la Ennet House, casa di recupero per tossicodipendenti.
Wallace descrive, in 1434 dense pagine, le ossessioni della società: la dipendenza dalle droghe, il disagio psichico, la difficoltà nel rapportarsi con gli altri, l'esasperata competitività (simboleggiata dal tennis), l'importanza sempre crescente dei media e dello spettacolo in generale: l'Intrattenimento.
Il libro procede un po' incostante, alternando pagine davvero belle ad altre un po' eccessive e prolisse. Il giudizio migliore l'ha dato alla fine questa recensione del NYT:
"Somewhere in the mess, the reader suspects, are the outlines of a splendid novel, but as it stands the book feels like one of those unfinished Michelangelo sculptures: you can see a godly creature trying to fight its way out of the marble, but it's stuck there, half excavated, unable to break completely free."
Perché comprarlo
The Infinite Jest è una di quelle opere straordinariamente capaci di cogliere lo spirito del proprio tempo, di immaginare un futuro possibile fatto dell'esasperazione di alcuni aspetti del nostro vivere per farli risaltare meglio, come in uno specchio deformante. Alcune pagine sono scritte benissimo, il finale delirante affidato a Don Gately vale da solo il prezzo del libro.
Perché non comprarlo
È un libro lunghissimo, pieno di note a volte irritanti per la loro inutilità, a volte imprescindibili se volete capire la storia che vi viene raccontata. Alcune pagine, ricche di descrizioni e flussi di coscienza, ricordano le lunghe rampe assolate del Tourmalet al Tour de France: se non siete dei lettori passisti-scalatori lasciate perdere, andrete in crisi :-)
Fair use! Ovvero una citazione.
SELEZIONE DI TRASCRIZIONI DAI MESSAGGI IMBUCATI NELLA FERITOIA CHE FUORI DALL'ORARIO DI UFFICIO FUNGE DA INTERFACCIA FRA I RESIDENTI E LA DOTT.SSA IN LETTERE E FILOSOFIA SIG.NA PATRICIA MONTESIAN, C.A.A.S., DIRETTRICE ESECUTIVA, CASA DI RECUPERO DA DROGA E ALCOL (SIC), ENNET HOUSE, DI ENFIELD MA, 1300-1500H, MERCOLEDI' 4 NOVEMBRE - ANNO D.P.A.D. "Bene, bene. Bene. Nient'altro che bene. Proprio nessun problema. Sono felice di essere qui. Mi sento meglio. Dormo meglio. Mi piace il mangiare. In una parola, non potrebbe andare meglio. I denti? Digrigno i denti? E' un tic. Un modo per rinforzare la mascella. Un'espressione del fatto che sto bene. Idem per la cosa della palpebra."
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Libri
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