DNA - JD Watson
DNA è il libro scritto J.D. Watson con A. Berry, che ripercorre il vertiginoso sviluppo legato alla scoperta del DNA, avvenuta oltre 50 anni fa. Attraverso i 13 capitoli possiamo avere un quadro accurato dello stato dell'arte in materia di biotecnologie, terapia genica, OGM...insomma tutto il mondo che ruota attorno all'acido desossiribonucleico.
Si tratta di un testo divulgativo, ottimo se non avete una grande preparazione in materia, ma comunque interessante anche per chi ha avuto modo di studiare un po' di Biochimica all'università , ma ha voglia di curiosare "dietro le quinte" delle scoperte più importanti. Ad esempio la vergognosa pagina dell'eugenetica, la preistoria della genetica moderna, viene subito trattata in apertura.
Poco convincenti, invece, le considerazioni dell'autore verso la fine del libro, quando si esce dall'ambito strettamente tecnico, per indagare i rapporti tra DNA e resto del mondo. Watson ha ragione nell'auspicare una ricerca che non venga distorta da considerazioni non scientifiche, vedi il caso di Lysenko. Non possiamo, poi, che condividere l'invito a non "conformarsi docilmente alla linea dettata dall'ortodossia progressista". Però tutte queste premesse non sarebbero bastate a salvarci dall'eugenetica, male probabilmente più profondo dei semplici pregiudizi a-scientifici di Madison Grant e Harry Laughlin.
Davvero si può fare ricerca illudendosi di presentarsi ai fatti senza una minima opinione preconcetta degli stessi? Veramente possiamo immaginare un mondo in cui la Scienza non è influenzata dalla società? Ho la sensazione che Watson la stia facendo un po' troppo facile. Certo, lo scopo del libro non è buttarla in filosofia, però ancora una volta mi viene pensato che, accanto ai corsi inerenti la specializzazione scelta, un paio di libri di epistemologia non farebbero male ai futuri ricercatori.
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