Interessante
articolo su Scientific American, che delinea un piano per produrre il 69% dell'elettricità USA con centrali solari. Non è esattamente un piano da poco, considerata la previsione di spendere
400 miliardi di dollari da qui al 2050.
Gli autori non mancano di far notare gli indubbi benefici del piano, sia dal punto di vista ambientale che strategico. Con grande onestà si ammettono i punti deboli, dovuti alla necessità di evoluzione di alcune tecnologie: efficienza delle
celle fotovoltaiche, delle tecnologie per stoccare il
surplus energetico come aria compressa, necessità di una migliore infrastruttura di trasporto dell'energia elettrica, visto che le centrali sarebbero collocate nel
Southwest.
Le note più dolenti arrivano alla fine dell'articolo, quando si tratta di pagare il conto:
Without subsidies, the solar grand plan is impossible
d'altra parte si fa notare come già in altri settori meno strategici si ricorra pesantemente ai sussidi (agricoltura, in passato telecomunicazioni).
Che dire? Sicuramente è una lettura interessante, che prova a tracciare un futuro verde facendo qualche numero concreto. Il fatto è che i numeri sono davvero grossi: non è solo una questione di finanziamento, è anche la scommessa del progesso tecnologico per avere costi sostenibili, il pericolo di fare un investimento su un'unica fonte, senza diversificare, esponendosi al disastro se qualcosa va male.
D'altra parte se c'è una nazione che si può permettere uno sforzo del genere sono proprio gli USA, che hanno una
disponibilità di energia solare come pochi al mondo, e che trarrebbero un vantaggio strategico incalcolabile da un'opzione del genere.