Ubik - P.K. Dick
sabato 1 dicembre 2007
Di cosa parla?
Il libro inizia come il più classico dei romanzi di science fiction. Ambientato nel 1992, decisamente futuro per quando è stato scritto, Joe Chip e il cyborg Glen Runcifer si muovono in un mondo di psionici, precog, porte dal pessimo carattere che si aprono solo a pagamento. Anche la morte è diversa: non si viene più seppelliti, ma tenuti in uno stato ibernato di semi-vita.
Dopo questo inizio "convenzionale" accade che la realtà inizia, letteralmente, a sfaldarsi, come i tenues y eternos intersticios de sinrazón teorizzati da Borges: morti inspiegabili, incoerenze spazio-temporali, messaggi misteriosi che appaiono nei posti più impensati.
Si chiude con un epilogo magistrale: girata l'ultima pagina controllerete le monete che avete in tasca con una certa inquietudine.
Dopo questo inizio "convenzionale" accade che la realtà inizia, letteralmente, a sfaldarsi, come i tenues y eternos intersticios de sinrazón teorizzati da Borges: morti inspiegabili, incoerenze spazio-temporali, messaggi misteriosi che appaiono nei posti più impensati.
Si chiude con un epilogo magistrale: girata l'ultima pagina controllerete le monete che avete in tasca con una certa inquietudine.
Perchè leggerlo?
P.K. Dick è uno dei grandi della letteratura del XX secolo, capace come pochi altri di mettere in evidenza le nostre inquietudini, le assurdità del nostro tempo e soprattutto l'ambiguità di quella cosa che chiamiamo realtà. Temi poi ripresi al cinema in tante opere tratte dai suoi libri, come Total Recall, o di altri, l'esempio più famoso è senza dubbio The Matrix. Questo è uno dei suoi romanzi migliori, non potete perdervelo.
Perché non leggerlo?
Non riesco davvero a pensare un solo motivo per cui non valga la pena leggerlo. Il libro è bellissimo, non troppo lungo (240 pagine), coinvolgente fino alla fine. Non vale neanche dire "a me non piace la fantascienza", perché, tutto sommato, dei temi soliti della science fiction ce ne sono pochini . Insomma, spegnete 'sto computer e andate a comprarlo! :-)
Fair use! Ovvero una citazione
«Io sono Ubik. Da prima che l'universo fosse, io sono. Io ho fatto il sole e i mondi. Io ho creato gli esseri viventi e le loro dimore. Essi vanno dove io voglio, fanno ciò che io dico. Io sono il Verbo, e il mio nome non viene mai proferito. Sono chiamato Ubik, ma questo non è il mio nome. Io sono e sempre sarò».
Altre recensioni:
http://www.eseresi.it/interventi/ubik_dick/ubik.htm
Labels:
Libri
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