E se il cambiamento climatico fosse una grande opportunità?
martedì 11 dicembre 2007
Il cambiamento climatico è oggetto di un contendere feroce, con una tendenza molto marcata a schierarsi per partito preso invece che ragionare. Quando ne sentii parlare all'inizio, dopo aver letto un po' di letteratura scientifica dell'epoca, rimasi molto scettico.
Oggi il mio scetticismo è decisamente diminuito. Lo so, anche a me Al Gore sta poco simpatico, eppure ci sono validi motivi per considerare il problema, senza scadere nell'allarmismo dell' ex futuro presidente degli Stati Uniti.
How to Talk to a Climate Skeptic è un'ottimo punto di partenza per provare a vedere le cose da un altro punto di vista. In Italia uno dei migliori è Carletto Darwin, capace di parlare con competenza e ragionevolezza.
Soprattutto il post di oggi mi pare centri la questione di cosa fare in maniera esemplare:
È importante che la politica abbia una visione aperta del mondo e sappia cogliere le opportunità: dire che la lotta al cambiamento climatico è inutile o controproducente equivale a sostenere il modello dei bisogni fissi e dei fattori fissi di produzione, non esattamente una posizione lungimirante.
Oggi il mio scetticismo è decisamente diminuito. Lo so, anche a me Al Gore sta poco simpatico, eppure ci sono validi motivi per considerare il problema, senza scadere nell'allarmismo dell' ex futuro presidente degli Stati Uniti.
How to Talk to a Climate Skeptic è un'ottimo punto di partenza per provare a vedere le cose da un altro punto di vista. In Italia uno dei migliori è Carletto Darwin, capace di parlare con competenza e ragionevolezza.
Soprattutto il post di oggi mi pare centri la questione di cosa fare in maniera esemplare:
viene da pensare automaticamente che se un paese produce molto CO2, automaticamente è ricco. Il fatto è che a questa relazione logica assolutamente dimostrabile, molti politici ne aggiungono un'altra: allora vuol dire che se uno produce poco CO2 non può essere ricco. Che però, dal mero punto di vista puramente, è falsa. Insomma, sempre parlando da un punto di vista di logica formale, niente vieta di essere virtuosi nelle emissioni serra ed essere ricchi.Penso che sarebbe molto più utile che i politici rimanessero fuori dai problemi scientifici, si crea solo confusione. Il Protocollo di Kyoto è un'insensatezza colossale, investire in nuove tecnologie per sviluppare fonti energetiche diverse no: i grandi investimenti in ricerca, se i ricercatori hanno abbastanza libertà di lavorare, portano sempre ottimi risultati.
E questo, dal punto di vista economico, è supportato da decine di esempi: i casi in cui si sono introdotte nuove tecnologie, anche se all'inizio con sovvenzioni statali, hanno sempre portato ad una creazione di ricchezza ed indotto. L'energia atomica, la tecnologia aereospaziale ovvero quella elettronica sono tutte nate sotto il segno della necessità esterna; sono tutte costate sovvenzioni statali consistenti. Ed hanno generato ricchezza senza fine.
È importante che la politica abbia una visione aperta del mondo e sappia cogliere le opportunità: dire che la lotta al cambiamento climatico è inutile o controproducente equivale a sostenere il modello dei bisogni fissi e dei fattori fissi di produzione, non esattamente una posizione lungimirante.
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