La casa del silenzio - Orhan Pamuk

domenica 9 dicembre 2007 Posted by tfrab

Di cosa parla

La casa del silenzio è una vecchia casa di legno, a Forte Paradiso. Le vecchie assi scricchiolano, si sentono l'odore di muffa e i grilli che cantano.

Fatma e il suo servitore, il nano Recep, vivono lì da molti anni, serbando il ricordo delle cose passate, mentre intorno sono cresciuti i condomini di cemento, i bar affollati, le spiagge piene di bagnanti.

Un'estate, come tante altre, i tre nipoti Faruk, Nilgün e Metin vanno a trovare la vecchia nonna. Sarà però un'estate amara: i protagonisti scopriranno com'è difficile realizzare i propri sogni, rimanendo in bilico tra quello che sono stati e quello che potrebbero essere, un po' come la Turchia di oggi.

Perché leggerlo

Il libro ci aiuta a riflettere sulla vita, a chiederci come è stato ieri e come vorremo fosse domani. Come dice Fatma alla fine del romanzo:

[...]non si può ricominciare la propria vita; quel viaggio a senso unico, una volta concluso, non lo si può rifare; se però si ha un libro in mano, e anche se quel libro è confuso e misterioso, dopo che lo si è terminato, lo si può riprendere dall'inizio, se si vuole, lo si può rileggere per tentare di capire l'incomprensibile, di capire la vita [...]


Perché non leggerlo

È un'opera di un Orhan Pamuk ancora giovane: si vede la classe che lo porterà a prendere il Nobel, ma non è la sua opera migliore. Magari volete cominciare da qualcosa di più recente.

Il libro è intriso di melanconia: se cercate qualcosa di allegro state alla larga :-)

Fair use! Ovvero una citazione.

Ciò che separa l'Oriente dall'Occidente non sono né i vestiti, né le macchine, né le case, né i mobili, né le fabbriche, né le forme di governo, né i profeti! Tutto ciò è soltanto conseguente. Quello che ci separa da loro è un fatto piccolissimo, molto semplice. Loro hanno potuto percepire il nulla, l'abisso senza fondo che si chiama morte! Noialtri non abbiamo nemmeno il sospetto di questa terribile verità.

Altre recensioni

http://leggendolibri.areablog.it/?p=112
Labels: