Lo Stato laico non è uno Stato privo di etica
venerdì 4 gennaio 2008
Ben venga Giuliano Ferrara che ha riaperto un po' del dibattito sull'aborto. L'aborto mi ha sempre visto contrario, ma dopo essere diventato padre la mia visione è cambiata: trovo non ci sia orrore più grande, e considero malata la società che guarda alla legge 194 come un "progresso".
Non serve essere neanche cattolici per pensarla così: Bobbio e Pasolini l'hanno ampiamente dimostrato.
Il punto è un altro, però: lo stato laico non è uno stato privo di etica, come fa notare Lo Straniero di Elea. Perché discutere la 194 è un tabù? Perché non si può ragionare di etica pubblicamente? Perché dobbiamo aver paura di dire cosa è giusto e cosa è sbagliato? Chi l'ha detto che il passo successivo è lo stato talebano, cioè l'imposizione dei propri valori?
Per citare Farfintadiesseresani:
Non serve essere neanche cattolici per pensarla così: Bobbio e Pasolini l'hanno ampiamente dimostrato.
Il punto è un altro, però: lo stato laico non è uno stato privo di etica, come fa notare Lo Straniero di Elea. Perché discutere la 194 è un tabù? Perché non si può ragionare di etica pubblicamente? Perché dobbiamo aver paura di dire cosa è giusto e cosa è sbagliato? Chi l'ha detto che il passo successivo è lo stato talebano, cioè l'imposizione dei propri valori?
Per citare Farfintadiesseresani:
Non si tratta, come qualcuno ha scritto, di criminalizzare le donne che vogliono abortire o, peggio ancora, di “costringerle a partorire”...
Si tratta, piuttosto, di mettere in gioco un’ipotesi culturale ed etica su noi stessi, sul senso delle nostre e delle altrui vite, sul contenuto stesso della libertà, su quel che – individualmente e come civiltà – vogliamo essere e diventare. È qualcosa che la lettera della legge, per fortuna, non può in alcun modo garantire. Altrimenti ci ritroveremmo nel contrario di uno stato laico.
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