Fìdeg - Paolo Colagrande
sabato 26 gennaio 2008
Bisi, giornalista e scrittore piacentino, scrive il suo opus magnum: un romanzo storico incentrato sulla figura dell'eroe, da Garibaldi ai giorni nostri. Il manoscritto, però, dimenticato nella Punto Van del cognato, finisce disgraziatamente al macero.
Che fare? Scrivere un romanzo partendo da un manoscritto che non c'è più. Ne vien fuori un romanzo aperto, totalmente destrutturato, un continuo vagare tra i riferimenti alla letteratura alta e le bevute di bianchi con gli amici.
Colagrande si diverte a cazzeggiare per quasi duecento pagine, apparentemente senza molto senso, in realtà dichiarando il suo amore per la Vita e la Letteratura, che non sempre si trova "nelle migliori librerie".
Una citazione dal romanzo:Che fare? Scrivere un romanzo partendo da un manoscritto che non c'è più. Ne vien fuori un romanzo aperto, totalmente destrutturato, un continuo vagare tra i riferimenti alla letteratura alta e le bevute di bianchi con gli amici.
Colagrande si diverte a cazzeggiare per quasi duecento pagine, apparentemente senza molto senso, in realtà dichiarando il suo amore per la Vita e la Letteratura, che non sempre si trova "nelle migliori librerie".
"Le planimetrie che mi piacciono di più sono le sezioni con gli schemi idraulici perché entrano in una specie di intimità maliziosa con la casa: in pratica è come vedere la casa segata verticalmente con un taglio preciso, dal tetto alla cantina, lungo il tracciato dei tubi d’ingresso e di scarico. Quelli d’ingresso c’hanno segnata una freccia verso l’alto, in quelli di scarico la freccia punta verso il basso: le frecce sono disegnate allo sbocco del tubo, cioè dove il tubo, andando verso l’alto, entra nella casa e a un certo punto finisce con un tappo. Se la sezione è di un condominio, ci sono tanti sbocchi di tubo quanti sono gli appartamenti. Ecco, io quando vedo questi disegni tecnici di sezioni idrauliche sulla scrivania del mio amico geometra, quando vado a trovarlo, ho l’irresistibile tentazione di prendere una matita, una di quelle bellissime matite a mina che tutti i geometri lasciano distrattamente in giro nei loro studi, e completare la bocca dei tubi disegnando, appena sopra la freccia, dei piccoli wc con su degli omini seduti. Il risultato è che al mio amico famoso geometra, dopo che sono uscito, gli tocca perdere poi dei quarti d’ora a tirare delle madonne a cancellare tutti i vaterini e gli omini che ho disegnato sulle sue meravigliose mappe. È più forte di me. Tra l’altro devo dire che ormai c’ho preso su una mano che sia i vaterini sia gli omini caganti mi vengono proprio bene: anche se sono stilizzati hanno una loro dignità composta e serafica, come dovrebbe avere normalmente una persona in quei momenti."
Labels:
Libri
Posta un commento