Il Cigno Nero NN Taleb
Ciò che qui chiameremo Cigno Nero, con la maiuscola, è un evento che possiede le tre caratteristiche seguenti. In primo luogo è un evento isolato, che non rientra nel campo delle normali aspettative, poiché niente nel passato può indicare in modo plausibile la sua possibilità. In secondo luogo ha un impatto enorme. In terzo luogo, nonostante il suo carattere di evento isolato, la natura umana ci spinge a elaborare a posteriori giustificazioni della sua comparsa per renderlo spiegabile e prevedibile.
Comincia così il saggio del libanese Taleb, che cerca di spiegare come l’improbabile governi la nostra vita, molto più di quanto siamo soliti ammettere. Secondo l’autore gli uomini tendono a commettere tre errori fondamentali:
- L’illusione della comprensione: il mondo è molto più complicato di quanto immaginiamo. Tendiamo a costruire schemi ipersemplificati, che perdono di vista la complessità nella quale viviamo
- La distorsione retrospettiva: la storia sembra molto più organizzata nei libri che nella realtà
- La tendenza a “platonizzare”, cioè a concentrarsi su oggetti puri, ideali che ignorano la complessità del mondo.
La fine inevitabile, per chi rimane intrappolato in questi schemi, è quella del celebre tacchino induttivista. Il tutto è aggravato dal fatto di vivere in un mondo che Taleb, con espressione felice, definisce Estremistan. Prendete un campione di persone, e calcolate l’altezza media. Il fatto di avere alcuni soggetti molto alti o molto bassi non vi sposta la media: ci fosse anche Yao Ming nel campione poco cambia: è un angolino della distribuzione che, tutto sommato, potete ignorare. È il caro e vecchio Mediocristan, dove le estremità, gli anormali, non contano. Ma che succede se calcolate il reddito medio del campione? Se in quello stesso campione c’è Bill Gates? Vi cambia tutto, perché il valore è troppo grande rispetto al resto, se lo ignorate avete perso tutta l’informazione del campione. Un bel problema statistico, no? Benvenuti nell’Estremistan.
La sopravvivenza nell’Estremistan è possibile solo a prezzo di uno scetticismo radicale, almeno nelle questioni importanti. La guida attraverso questo cammino tortuoso è affidata a diversi pensatori radicali, spesso osteggiati dai loro contemporanei. B. Russel, K. Popper, F. von Hayek e B. Mandelbrot sono i punti di riferimento del cammino lontano dalle vie battute da molti “esperti”, sprezzantemente definiti “teste vuote in giacca e cravatta”.
Lasciando da parte il tono da “gradasso di Taleb”, notato da altri prima di me, il libro non convince fino in fondo. Può essere un buon punto di partenza se non avete molta dimestichezza con i signori che ho citato al paragrafo precedente, ma, se aspirate ad un approccio scettico ai problemi, un capitolo di qualsiasi libro di Russell vi farà pensare molto più. Se invece cercate qualche dettaglio in più sulla matematica del Cigno Nero, rimarrete delusi: la parte dedicata è piccola e, almeno ai miei occhi, poco comprensibile. Probabilmente il limite più grande del libro sta nel suo rimanere su un livello un po’ superficiale, anche se divertente, per perdersi decisamente quando si va al dunque.
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