La volpe sa molte cose, ma il riccio ne sa una grande
sabato 18 maggio 2013
“The Signal and the Noise”, di Nate Silver, rappresenta una delle cose migliori mai lette sulla statistica, e sulla sua applicazione al mondo reale. Col passaggio da analogico a digitale l'informazione disponibile è letteralmente esplosa. Ogni giorno, nel mondo, vengono prodotti molti più dati di quanti il cervello umano sia in grado di gestire ed usare. il rischio, paradossale, è che proprio l'abbondanza di informazioni finisca per rendere le persone più ignoranti, per la difficoltà a discriminare il segnale che interessa in mezzo ad un rumore sempre più forte.
L'approccio suggerito da Silver è ispirato ad un celebre verso di Archiloco "la volpe sa molte cose, il riccio una sola grande". Le "volpi" teorizzate da silver sono prudenti, consapevoli dei limiti della conoscenza, disposte a vedere il mondo in tonalità di grigio piuttosto che in bianco e nero. Lo strumento matematico principale per ottenere dei buoni risultati è il teorema di Bayes, che viene citato a più riprese.
Si passa attraverso molti campi: predizione dei terremoti (c'è anche un capitolo dedicato a Giampaolo Giuliani), riscaldamento globale, attacchi terroristici, crisi economiche, illustrando le cause di clamorosi fallimenti ed evidenziandone le cause più profonde.
La conclusione?
“our bias is to think we are better at prediction than we really are. The first twelve years of the new millennium have been rough, with one unpredicted disaster after another. May we arise from the ashes of these beaten but not bowed, a little more modest about our forecasting abilities, and a little less likely to repeat our mistakes.”
C'è da sperare che abbia ragione, benché i precedenti non siano molto incoraggianti.
Posta un commento