Stefano “Pasteur” Montanari
Greenreport ha pubblicato questo articolo di Stefano Montanari, parecchio polemico sulla ricerca di Federambiente riguardante nanopolveri ed inceneritori. L’autore è molto noto, in Italia, per le sue posizioni critiche sull’incenerimento rifiuti e sugli effetti delle nanoparticelle sulla salute umana. Il pezzo è, a mio parere, poco convincente. Tolti i soliti luoghi comuni sugli inceneritori e una critica tutt’altro che velata all’imparzialità dei ricercatori, di arrosto, diciamo così, ne rimane poco. L’unica critica argomentata mi è sembrata relativa alla formazione delle polveri, difficile da stimare correttamente perché le polveri si aggregano durante la loro diffusione in atmosfera.
Se vi date la pena di leggere il rapporto, o alcune delle slide pubblicate al convegno, i ricercatori hanno provato a misurare l’effetto, senza nascondere la difficoltà di stimare correttamente il dato. In una delle presentazioni, infatti, potete leggere:
La difficoltà della misura e l'importanza dei fenomeni che hanno luogo a valle dell'emissione rendono al momento velleitaria la redazione di inventari emissivi
Che mi pare una dichiarazione molto onesta, sia delle difficoltà incontrate, che dei limiti della propria ricerca.
Sarebbe forse più utile proporre un metodo alternativo, anche se non è facile, trattandosi di studi ancora pioneristici, e va dato atto allo stesso Montanari di aver fatto molto per spingere in questo senso. Eppure il trend degli inceneritori, in termini di formazione di polveri, è chiaramente migliore delle altre tipologie di combustione. Magari altre ricerche indipendenti dimostreranno il contrario, ma ad oggi i dati a disposizione sono questi, e non possiamo buttarli via solo perché non ci piacciono.
Ci sarebbe molto da dire anche sulla solita chiamata in causa del povero Lavoisier, eternamente citato per la celebre legge di conservazione. Certo, nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma. Quando bruciamo un rifiuto non ci sono solo i metalli, citati nell’articolo, ma anche un mucchio di sostanze organiche, che sono la maggioranza del rifiuto. Montanari è troppo preparato per non sapere che moltissimi composti, più o meno pericolosi per l’ambiente, vengono distrutti dall’incenerimento, come pesticidi, farmaci ed idrocarburi. E anche quando si sceglie di bruciare rifiuti relativamente poco pericolosi, come la carta o la plastica, produciamo energia. Vi sembra poco? Beh, con questo giochino i tedeschi hanno pulito l’atmosfera da 3 tonnellate di arsenico e 5000 di particelle, nel solo 2008. Ovviamente il conto l’abbiamo pagato (anche) noi.
Vale la pena o no di bruciare rifiuti? Dipende, da tante condizioni, che andrebbero attentamente soppesate, in un confronto aperto e con la voglia di ascoltare le ragioni dell’altro. Invito fatto dallo stesso Montanari, quando chiama gli scienziati al dovere della modestia. Il fatto è che se poi uno scrive:
Non voglio entrare sulla qualità degli estensori del documento, nessuno dei quali ha la benché minima esperienza nel campo sanitario specifico e nessuno dei quali ha mai avuto la modestia di avvicinare l’occhio ad un microscopio elettronico per osservare ciò che avviene, di fatto, quando le polveri incrociano un tessuto biologico. Ricordo che a metà Ottocento Rudolph Virchow, per certi versi un gigante della Medicina, dava del cialtrone a Louis Pasteur (lui non medico) perché si trastullava con bizzarri esserini che comparivano sotto la lente del microscopio. Microscopio per il quale Virchow si faceva vanto di non aver mai toccato e microscopio da cui uscì la disciplina della batteriologia. Dunque, niente di nuovo sotto il sole.
viene quasi da pensare che lui stesso si stia paragonando a Pasteur (o sono io che ho interpretato male?). Non il massimo della modestia, ne converrete.
UPDATE (26.06.2009): qui la replica di Federambiente alle accuse di Montanari.
Posta un commento