Pacific Trash Vortex?
giovedì 1 novembre 2007
Il Pacific Trash Vortex, noto anche come Great Pacific Garbage Patch, è un po' come l'Araba Fenice, io personalmente non sono riuscito mai a vederne una foto...
In realtà è molto probabile che non esista. Se date un'occhiata a questo documento di Greenpeace,
http://oceans.greenpeace.org/raw/content/en/documents-reports/plastic_ocean_report.pdf
troverete questa tabella:
dove si vede abbastanza facilmente che il Mediterraneo, per tacer di altri mari, ha concentrazioni di immondizia decisamente superiori. Dov'è la mediterranean garbage patch? mah...
Che vuol dire allora, che il problema non c'è?
No, no, il problema esiste, eccome, perché in effetti c'è un mucchio di plastica nell'ambiente che si sta accumulando da anni, e non possiamo sapere che effetti avrà.
Senza contare che la plastica non è solo polietilene, o policarbonato, o poli-quello-che-vi-pare, ma è composta da un mucchio di additivi, e non credo ci sia persona al mondo in grado di capire che effetti avrà nel lungo periodo.
Per chi lavora nel campo ambientale è una storia già vista: mi vengono in mente PCB, clorofluorocarburi oppure l'amianto: usati tranquillamente per anni, per pentirsene amaramente solo quando era troppo tardi.
Purtroppo mi viene in mente anche il DDT: bandito troppo precipitosamente, salvo accorgersi quando era tardi che, negando insetticidi economici ed efficaci agli africani, abbiamo commesso una vera strage.
E' giustissimo preoccuparsi degli effetti della plastica nell'ambiente, spingere per adottare materiali più biodegradabili, ridurre i rifiuti, etc, etc.
Però sarebbe anche giusto informare correttamente il pubblico, senza cadere nel titolo facile, o nell'allarmismo a buon mercato.
Perché a forza di gridare al lupo al lupo poi quando il lupo c'è davvero non ci crede più nessuno.
P.S. qui un articolo in inglese sul "Pacific Trash Vortex"
http://www.sciencepunk.com/v5/2006/11/24/
cui sono largamente debitore per la tabella di cui sopra ed altro.
In realtà è molto probabile che non esista. Se date un'occhiata a questo documento di Greenpeace,
http://oceans.greenpeace.org/raw/content/en/documents-reports/plastic_ocean_report.pdf
troverete questa tabella:
dove si vede abbastanza facilmente che il Mediterraneo, per tacer di altri mari, ha concentrazioni di immondizia decisamente superiori. Dov'è la mediterranean garbage patch? mah...
Che vuol dire allora, che il problema non c'è?
No, no, il problema esiste, eccome, perché in effetti c'è un mucchio di plastica nell'ambiente che si sta accumulando da anni, e non possiamo sapere che effetti avrà.
Senza contare che la plastica non è solo polietilene, o policarbonato, o poli-quello-che-vi-pare, ma è composta da un mucchio di additivi, e non credo ci sia persona al mondo in grado di capire che effetti avrà nel lungo periodo.
Per chi lavora nel campo ambientale è una storia già vista: mi vengono in mente PCB, clorofluorocarburi oppure l'amianto: usati tranquillamente per anni, per pentirsene amaramente solo quando era troppo tardi.
Purtroppo mi viene in mente anche il DDT: bandito troppo precipitosamente, salvo accorgersi quando era tardi che, negando insetticidi economici ed efficaci agli africani, abbiamo commesso una vera strage.
E' giustissimo preoccuparsi degli effetti della plastica nell'ambiente, spingere per adottare materiali più biodegradabili, ridurre i rifiuti, etc, etc.
Però sarebbe anche giusto informare correttamente il pubblico, senza cadere nel titolo facile, o nell'allarmismo a buon mercato.
Perché a forza di gridare al lupo al lupo poi quando il lupo c'è davvero non ci crede più nessuno.
P.S. qui un articolo in inglese sul "Pacific Trash Vortex"
http://www.sciencepunk.com/v5/2006/11/24/
cui sono largamente debitore per la tabella di cui sopra ed altro.
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