Elogio della noia - Vittorio Sermonti
sabato 16 febbraio 2019
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Prima di entrare nel merito tu mi consentirai, amico mio, un timido elogio della noia, di questo genere di noia che disorienta, che turba il flusso rassicurante dell'ascolto, che distrae – certo, che distrae! - e con la distrazione libera in ciascuno associazioni arbitrarie e divergenti, dilazionandolo propizia il soprassalto di un'attenzione inaspettata; è una salutare immersione nei propri ritmi segreti, la noia, nella solitudine inalienabile e preziosa che ogni uno condivide con ogni altro.Esistenze smorfiate dall’orrore per qualsiasi tipo e grado di noia, sempre all’erta, ingorgate di attività frenetiche, di interessi intensivi, di creatività ininterrotta di vacanze coatte, si ricusano alle avventure della discontinuità e ai rischi della conoscenza, chiudono le finestre sul mondo quando non si affacciano sullo stagno interno della depressione.Senza lasciarsi dondolare dalla noia di fare e rifare le scale nessuno caverà mai fuori da sé il pianista che potrebbe essere: è un piccolo distratto gesto di abnegazione a quelli che saremo, questa benedetta noia, e non c'è passione e radicale non c'è talento autentico che sul nascere non sia battezzato da lei.
(Dal commento al XV canto del Purgatorio)
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