Nuovo ceppo influenzale?

sabato 29 agosto 2009 Posted by tfrab 0 comments

Secondo una fonte d’agenzia, ripresa col solito copia e incolla da tutti,

E' in arrivo un nuovo ceppo molto più aggressivo dell'influenza A.

Si vede che all’AGI ne sanno più dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, perché nella briefing note dell’OMS io avevo letto:

Close monitoring of viruses by a WHO network of laboratories shows that viruses from all outbreaks remain virtually identical. Studies have detected no signs that the virus has mutated to a more virulent or lethal form.

Come si è passati da “nessuna mutazione” a “nuovo ceppo molto più aggressivo”? Nel report si parla anche dei casi, per fortuna ad oggi pochi, in cui i polmoni vengono aggrediti dal virus. Ha ragione Eugenio

UN MILIONE DI IMMIGRATI HA RUBATO TUTTI I POSTI DI LAVORO
E IN QUESTO MOMENTO SI STANNO TROMBANDO TUA FIGLIA!
TUTTI!

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La realtà e i simboli

Posted by tfrab 0 comments

CopertinaLa letteratura è un gioco di tacite convenzioni: infrangerle in modo parziale o totale è una delle molte gioie (e dei molti doveri) di questo gioco di limiti ignorati. Ecco un esempio: ogni libro è un’opera ideale, però spesso ci piace che il suo autore, per qualche riga, lo confonda con la realtà, con l’universo. Ci piace che i protagonisti della seconda parte del Don Chisciotte abbiano letto la prima, proprio come noi. Ci piace che Enea, vagabondando per le strade di Cartagine, veda scolpita sul frontespizio di un tempio la guerra di Troia, e tra le tante immagini dolorose vi trovi anche la sua. Ci piace che nella notte seicentodue delle Mille e una notte la regina Sheherazade racconti la storia che serve da prefazione alle altre, col rischio di arrivare in questo modo alla notte in cui la racconta, e così via all’infinito. Ci piacerebbe che nel risibile catalogo della biblioteca visitata da Pantagruel figurasse lo stesso Pantagruel. Ci piace che i protagonisti dell’Amleto assistano come noi a una tragedia che ha per argomento l’avvelenamento di un re. Ci piace che l’autore del Sartor Resartus finga che questo libro esiste già, e che il volume da lui pubblicato sia una minima parte dell’originale. (Questa e altre finzioni di Carlyle sono verità simboliche: ogni scrittore è un lettore, un compilatore, un interprete.)

[…]

Scrivo questo prologo nel 1944, in una città sudamericana: oggi, qui, le realtà che oppressero lo sventurato Carlyle sono meno reali dei simboli che questi evocò per designarle. Nessuno ha sentito con altrettanta intensità che questo mondo è irreale (irreale come gli incubi e disumano).

(JL Borges –dall’introduzione al Sartor Resartus)

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Cannabis e altre droghe

giovedì 20 agosto 2009 Posted by tfrab 0 comments

Che Beppe Grillo sia, diciamo così, abbastanza disinvolto nell’esprimere la propria opinione non è una novità. Probabilmente il Ministero ha fatto bene a replicare per le rime. Il fatto è che, secondo me, ha scritto una sciocchezza. Il Dipartimento Politiche Antidroga sostiene che

[…]va considerato il forte pericolo di evoluzione verso l’uso di droghe quali l’eroina e la cocaina. Non è un caso che la cannabis si stata la droga di inizio di oltre il 95% degli eroinomani attuali.

Anzitutto, implicitamente, questo discorso darebbe ragione a Grillo: il presupposto di un’affermazione del genere è che la cannabis sia meno pericolosa. Si tratta di un luogo comune, sbagliato: se avete voglia di leggere un po’ c’è il blog di Claudio Risè. E poi non ha senso dire che il 95% degli eroinomani si è fatto le canne, è statisticamente poco significativo. Probabilmente una percentuale simile di eroinomani beve il caffè dopo mangiato, oppure si ferma col rosso al semaforo. Il ragionamento da fare è esattamente l’opposto, vedere quanti fumatori di cannabis usano in seguito eroina, e quanti no. Se sono alti allora ci può essere una correlazione, altrimenti siamo in presenza di quello che si definisce bias, anzi più esattamente mi sembra illusory correlation, o giù di lì.

Allora qual è la percentuale di fumatori di cannabis a rischio eroina? Ci sono diversi studi, alcuni riportati da questo paper di Gianpaolo Guelfi, SERT  di Genova. Il grafico*, fatto dal vostro FAU, illustra un lavoro del 1982

image 

Sono dati piuttosto chiari: se avete fumato spesso cannabis, è molto probabile che, prima o poi, proverete anche l’eroina.

Il Dr Guelfi prosegue:

Anche altri studi su grandi campioni in Italia (Mariani e Protti 1987) e in America (Kandel 1984; Clayton e Voss 1981) pongono intorno al 30 % la quota stimata di fumatori abituali di cannabis che entrano in contatto con l’eroina. Il che non significa che tutti diventeranno tossicodipendenti da oppiacei, ma che si espongono al rischio di diventarlo compiendo un altro passo su quella via. Se non si può affermare che l’uso di cannabis è la causa dell’uso di eroina, si deve sostenere che l’uso di cannabis è un fattore di rischio serio rispetto a tale uso.  L'ipotesi che la associazione cannabis - eroina sia “spuria” (ossia causata da un fattore terzo noto o sconosciuto che la spiega) non è allo stato delle conoscenze né confermato né escluso. Ma la mera persistenza del dubbio di tale associazione dovrebbe invitare alla cautela. 

In effetti tutta la polemica su quanto sia o meno dannosa la cannabis perde di vista l’aspetto umano della tossicodipendenza, che invece sarebbe quello centrale. Per citare un grande uomo:

“'la droga è una via di fuga. Dove cresce il disagio, dove c'è maggiore sofferenza, là trovi la droga, la violenza, la fuga. Certo –aggiunge- c'è anche la droga solo come ricerca di piacere: in questo caso, denuncia una povertà interiore perché' il vero piacere si trova e si prova quando c'è un equilibrio totale della persona e non dove c'è un suo impoverimento, un'alienazione.”

Magari sto diventando un vecchio trombone (ormai sono più vicino ai quaranta), ma mi sembra che il dibattito sulle dipendenze sia molto più povero di dieci o venti anni fa. Mi pare manchi la consapevolezza del problema, sminuito fino a renderlo irrilevante. Non è un bel segnale, perché il primo passo per risolvere i tuoi guai è riconoscerli, e qui siamo davvero lontani.

* uso cannabis sono le volte che se ne è fatto uso nel corso della vita, uso è la percentuale dei fumatori che ha usato poi anche l’eroina.

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Il Cigno Nero NN Taleb

lunedì 10 agosto 2009 Posted by tfrab 0 comments

Ciò che qui chiameremo Cigno Nero, con la maiuscola, è un evento che possiede le tre caratteristiche seguenti. In primo luogo è un evento isolato, che non rientra nel campo delle normali aspettative, poiché niente nel passato può indicare in modo plausibile la sua possibilità. In secondo luogo ha un impatto enorme. In terzo luogo, nonostante il suo carattere di evento isolato, la natura umana ci spinge a elaborare a posteriori giustificazioni della sua comparsa per renderlo spiegabile e prevedibile.

Comincia così il saggio del libanese Taleb, che cerca di spiegare come l’improbabile governi la nostra vita, molto più di quanto siamo soliti ammettere. Secondo l’autore gli uomini tendono a commettere tre errori fondamentali:

  1. L’illusione della comprensione: il mondo è molto più complicato di quanto immaginiamo. Tendiamo a costruire schemi ipersemplificati, che perdono di vista la complessità nella quale viviamo
  2. La distorsione retrospettiva: la storia sembra molto più organizzata nei libri che nella realtà
  3. La tendenza a “platonizzare”, cioè a concentrarsi su oggetti puri, ideali che ignorano la complessità del mondo.

File:Grafico v.c.Gaussiana.png

La fine inevitabile, per chi rimane intrappolato in questi schemi, è quella del celebre tacchino induttivista. Il tutto è aggravato dal fatto di vivere in un mondo che Taleb, con espressione felice, definisce Estremistan. Prendete un campione di persone, e calcolate l’altezza media. Il fatto di avere alcuni soggetti molto alti o molto bassi non vi sposta la media: ci fosse anche Yao Ming nel campione poco cambia: è un angolino della distribuzione che, tutto sommato, potete ignorare. È il caro e vecchio Mediocristan, dove le estremità, gli anormali, non contano. Ma che succede se calcolate il reddito medio del campione? Se in quello stesso campione c’è Bill Gates? Vi cambia tutto, perché il valore è troppo grande rispetto al resto, se lo ignorate avete perso tutta l’informazione del campione. Un bel problema statistico, no? Benvenuti nell’Estremistan.

La sopravvivenza nell’Estremistan è possibile solo a prezzo di uno scetticismo radicale, almeno nelle questioni importanti. La guida attraverso questo cammino tortuoso è affidata a diversi pensatori radicali, spesso osteggiati dai loro contemporanei. B. Russel, K. Popper, F. von Hayek e B. Mandelbrot sono i punti di riferimento del cammino lontano dalle vie battute da molti “esperti”, sprezzantemente definiti “teste vuote in giacca e cravatta”.

Lasciando da parte il tono da “gradasso di Taleb”, notato da altri prima di me, il libro non convince fino in fondo. Può essere un buon punto di partenza se non avete molta dimestichezza con i signori che ho citato al paragrafo precedente, ma, se aspirate ad un approccio scettico ai problemi, un capitolo di qualsiasi libro di Russell vi farà pensare molto più. Se invece cercate qualche dettaglio in più sulla matematica del Cigno Nero, rimarrete delusi: la parte dedicata è piccola e, almeno ai miei occhi, poco comprensibile. Probabilmente il limite più grande del libro sta nel suo rimanere su un livello un po’ superficiale, anche se divertente, per perdersi decisamente quando si va al dunque.

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