Zio Tungsteno - O Sacks

mercoledì 29 luglio 2009 Posted by tfrab 0 comments

Verso la fine del 1997 Roald Hoffmann[…]mi spedì un pacchetto curioso. Dentro c’era un grande poster della tavola periodica, con fotografie di ciascun elemento; un catalogo chimico, in modo che potessi eventualmente ordinare qualcosa; e una barretta di un metallo molto denso, grigiastro, che quando aprii il pacco cadde sul pavimento producendo un rumore sordo e cupo. Lo riconobbi dal suono  (“Il suono del tungsteno sinterizzato” diceva sempre mio zio. “Non esiste nulla di simile”). Quel suono fu una sorta di richiamo proustiano, e subito mi venne in mente zio Dave, lo zio Tungsteno, seduto nel laboratorio, il colletto dalle punte ripiegate, le maniche della camicia arrotolate, le mani nere, impregnate della polvere di tungsteno

copertina: clicca per ingrandireÈ a questo singolare pacco che dobbiamo il delizioso zio Tungsteno, che vede il neurologo Oliver Sacks nelle insolite vesti di chimico, con una preparazione e un amore per la materia insospettabili. L’autore ha avuto la fortuna di nascere, più o meno, nell’epoca d’oro della Chimica, quando le scoperte più incredibili si succedevano a ritmo incalzante, in laboratori straordinariamente piccoli e poco collegati tra loro, almeno rispetto al mondo globalizzato cui siamo abituati.

Studiare Chimica significa, più di tutto, guardare il mondo che ti circonda con occhi diversi e curiosi, trovare poesia e meraviglia in tante inezie che alla maggior parte delle persone passano sotto il naso, sfuggendo via inascoltate. È con questo sguardo che Sacks è cresciuto, nell’Inghilterra a cavallo della seconda guerra mondiale, passando gli anni prima dell’adolescenza tra sostanze pericolose, come fosfina o dicromato d’ammonio, e girando per la Londra dell’epoca con uno spettroscopio tascabile (che detto tra di noi gli invidio profondamente :-))

Cosa rimane alla fine del testo? Per quelli che, al pari del sottoscritto, hanno dedicato la propria vita alla Chimica, la sensazione di aver trovato uno spirito straordinariamente affine. Per chi non conoscesse la materia spero uno sguardo diverso su una disciplina tanto meravigliosa quanto bistrattata, e lo spunto per guardare alla tavola periodica non come ad una mera collezione mnemonica di simboli e numeri, ma una chiave per capire come, grazie al lavoro di tanti chimici “un lembo del grande velo sia stato sollevato”.

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Attenti alle leggende sul nucleare? Già…

giovedì 16 luglio 2009 Posted by tfrab 0 comments

Oggi l’Unità pubblica un intervento di Vincenzo Balzani, “candidato al Nobel per la Chimica”. Il collega invita a non abboccare alle leggende sul nucleare: invito giustissimo, che mi permetto di rivolgere anzitutto a lui, se mai dovesse capitare da queste parti. Non voglio entrare nella solita polemica sull’uranio che finisce (semplicemente non è vero) o su Yucca Mountain (gli Stati Uniti in realtà un sito di stoccaggio geologico ce l’hanno già, anche se è solo un progetto pilota, e su Yucca Mountain ci sarebbe da discutere una settimana), vorrei soffermarmi sull’affermazione più incredibile dell’articolo:quella secondo la quale la centrale non si può più toccare per altri 50-100 anni. Indovinate cosa fanno gli operai nella foto?

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Stanno smantellando una centrale nucleare. Per l’esattezza l’impianto di Kahl, che ha cessato l’esercizio nel 1985, ed è stato smantellato nel 2004. Se non erro 2004-1985= 19, che è decisamente meno di 50-100 anni. O no? Tra l’altro, come descrive il documento dell’Ing Romanello, una buona parte del metallo e degli inerti è stata riciclata, in fonderia o come riempimento di sedi stradali, perché non contaminata. E già, caro collega, c’è proprio da fare attenzione, a credere a tutto quello che si dice sul nucleare si rischia di prendere una bella cantonata.

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La Vita sulla Terra – N Eldredge

lunedì 13 luglio 2009 Posted by tfrab 0 comments

eldredgeLa Vita sulla Terra”, di N. Eldredege, è un vademecum della biodiversità, pubblicato in Italia da Edizioni Codice, che sto leggendo durante le vacanze estive (a proposito, sulle Dolomiti sono totalmente d’accordo con l’Unesco). Il libro parte con una serie di saggi sulla biodiversità, che occupano le prime 115 pagine, per poi lasciar spazio ad una piccola enciclopedia della vita sulla terra. Nonostante la mole del saggio, che conta più di novecento pagine, il tutto risulta molto leggibile. Superati i primi capitoli la scelta migliore, secondo me, è di saltare qua e là, secondo il proprio istinto, magari trascinando la lettura del libro anche per diversi mesi. Alla fine il quadro che emerge è affascinante: la Terra è davvero un organismo vivente, con una complessità e una interdipendenza tra i suoi abitanti incredibile. Adesso credo di aver capito un po’ meglio cosa intendesse J Lovelock con l’idea di Gaia. Prendete ad esempio l’energia idroelettrica, molto sfruttata a tutte le latitudini: sembrerebbe una fonte energetica quanto mai pulita, alla fine si tratta solo di un mucchio d’acqua, no? Certo, qualche volta si sente parlare genericamente dei pesanti effetti sugli ecosistemi, ma per chi non è biologo (me incluso) la problematica rimane astratta. Eccovi un esempio molto concreto dei possibili “effetti indesiderati”:

[..]in Suriname l’allagamento di una densa foresta vergine dovuto alla costruzione di una diga ha causato la morte e la decomposizione di un gran numero di piante. La decomposizione produsse grandi quantità di idrogeno solforato, che avviluppò la regione, tanto che i lavoratori dovettero indossare maschere antigas fino alla decomposizione completa di tutti gli alberi. Come se ciò non bastasse, l’acqua si acidificò e corrose gli elementi metallici della diga. Il giacinto d’acqua, che era relativamente raro, iniziò a diffondersi sul lago a causa dei nutrienti rilasciati dalla decomposizione degli alberi, e la navigazione ne fu rallentata. Le piante galleggianti fornirono cibo, ossigeno e siti di deposizione delle uova agli agenti di due malattie devastanti, la malaria e la schistosomiasi. Le zanzare depongono le uova sulle piante, e i molluschi acquatici, che ospitano gli agenti della schistosomiasi, prosperano nell’acqua lenta. Infine, la vegetazione acquatica blocca i raggi solari, diminuisce i livelli di ossigeno nelle acqua profonde e uccide le piante necessarie ai pesci per la deposizione delle uova.

Più si va avanti e più la complessità del mondo si rivela: c’è da dubitare che ne verremo mai capo, ma d’altronde quello che noi uomini facciamo da tantissimo tempo è ψιλέω e σοψία.

L’Italia in affitto di Prezzolini

domenica 5 luglio 2009 Posted by tfrab 0 comments

italia_regioni

Visto e considerato che gli Italiani non riescono a mettersi d'accordo […] gli Stati d'Europa, riuniti in conferenza straordinaria, e con l'assistenza di una rappresentanza consultiva della Repubblica dei Soviet e della Cina, e sotto la presidenza simbolica del Segretario generale delle Nazioni Unite, fanno la seguente proposta agli Italiani:
visto e considerato l'ingegno artistico, il gusto pubblico, la prontezza nell'affrontare gli eventi e nel cambiare bandiera, la capacità di trasferirsi in altri paesi e di assumervi un'attiva e utile partecipazione, anzi emergervi;
l'Europa e gli stati aderenti e testimoni della validità della promessa fanno offerta agli Italiani di prendere in affitto il governo d'Italia nei limiti attuali da esso occupati, alle seguenti condizioni:
1) Gli Italiani saranno liberi di sviluppare le loro promettenti personalità e saranno trattati imparzialmente da governatori stranieri.
2) Il governo di ogni regione sarà retto da un governatore straniero, che non porterà seco né moglie, né figlie, né parenti femminili per timore che la ben nota abilità degli italiani nel sedurre le ragazze abbiano a crearvi dei principati permanenti e delle dinastie locali.

L'Italia sarà come segue divisa:
I) Il Piemonte sarà affittato dalla Francia, che adoprerà principalmente come suoi emissari e rappresentanti i cittadini della Valle d'Aosta.
II) Il porto di Genova, la costa ligure e la Corsica funzioneranno come una federazione mediterranea con l'unione alle isole Baleari sotto la protezione della Spagna.
III) La Lombardia sarà accettata come un cantone in preparazione, e sotto sorveglianza della Svizzera in attesa di essere ammesso, dopo cinquanta anni di esperimento e di condotta riconosciuta buona, alla parità con il Canton Ticino.
IV) Il Veneto formerà una provincia del rinnovato impero austro-ungarico con la monarchia degli Asburgo; Trieste diventerà porto franco dell'Europa.
V) La Romagna e l'Emilia, che, per la loro devozione al Comunismo, hanno dimostrato di essere mature per passare alla cogestione dei lavoratori coscienti, saranno riunite alla Jugoslavia, dove avranno un compito di reggimento socialista modello per le regioni slave. I Dalmati e gli Istriani saranno preferiti in tutti gli impieghi dei due paesi, e il nuovo Stato si chiamerà Libera Obbligata Comunità Italo-Slava Tommaseiana.
VI) La Toscana verrà connessa o annessa alla Catalogna e ai paesi baschi in una federazione modello degli anarchici; nella quale non vi saranno autorità di nessuna sorta, lasciando all'innata civiltà, gentilezza e umanità degli abitanti di quelle regioni di sviluppare le loro qualità naturali. Avrà in sottodominio temporaneo la Sardegna finché gli abitanti di questa non abbiano smesso il sequestro delle persone e abbiano imparato la favella italiana o la lingua basca (con scelta facoltativa).
VII) Le Marche, il Lazio e l'Abruzzo torneranno ad essere sotto l'augusta sopravvisione di Sua Santità il Papa, con elezioni libere dei parroci, abati e vescovi che assumeranno gli incarichi attualmente occupati da sindaci, questori, prefetti.
VIII) L'antico regno di Napoli sarà restituito a un membro della reale casa dei Borboni che dovrà vivere in Napoli e riconfermare la posizione di capitale a quella città, centro universitario, burocratico e teatrale della regione.
IX) La Sicilia, però, sarà separata dal regno di Napoli e affidata al signor Gheddafi in una unione personale con la Libia che potrà un giorno trasformarsi in regno. Una commissione di mafiosi di alto grado sarà incaricata della amministrazione.
X) La repubblica di San Marino sarà mantenuta nelle sue libertà, però con uno sbocco al mare Adriatico al fine di non dipendere dal governo della penisola, dai Sanmarinesi considerato come pericolo permanente.

(Giuseppe Prezzolini - Modeste proposte scritte per svago di mente, sfogo di sentimenti e tentativo di istruzione pubblica degli italiani)

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