Dove si discute di pirati ed inceneritori

giovedì 28 maggio 2009 Posted by tfrab

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L’immagine di questo post è un grafico fatto da Bobby Henderson, per illustrare come il riscaldamento globale sia correlato alla diminuzione del numero di pirati. Che c’entra il global warming con gli emuli di Sandokan? Evidentemente nulla, l’autore cerca semplicemente di dimostrare come, senza un’indagine accurata, sia pericoloso lanciarsi in ipotesi di causa-effetto. Altri esempi li potete trovare in questo post di Amedeo Balbi: la correlazione tra Il prezzo del pesce nel mercato di Billingsgate e la lunghezza dei piedi in Cina la trovo intrigante :-)

Fatta questa premessa andate a leggere questo articolo de “Il Sole 24 ore”, sobriamente intitolato “Emissioni nocive oltre i limiti ad Acerra”. Sembrerebbe che l’inceneritore emetta polveri sottili in quantità oltre il lecito, ponendo in serio pericolo la salute degli abitanti di Acerra. I miei venticinque lettori, se sono stati attenti nelle scorse puntate, potrebbero rimanere sorpresi. Un po’ di tempo fa vi raccontavo di come, stando ad uno studio finanziato dall’Unione Europea nella zona di Forlì:

L’analisi chimica delle polveri fini raccolte in modo quantitativamente significativo nel sito di massima ricaduta delle emissioni provenienti dai due inceneritori di Coriano, non sono risultate più ricche di metalli pesanti o di altri pericolosi inquinanti organici rispetto a quanto campionato nel sito di minima ricaduta; ciò lascia supporre un ruolo trascurabile degli inceneritori nell’inquinamento complessivo da polveri all’interno dell’area industriale esaminata

E a conclusioni analoghe giungeva l’Arpa della Toscana:

Tutti gli studi diffusionali ed in modo particolare lo studio diffusionale della VIS (che ha comparato tute le diverse sorgenti inquinanti presenti sull’area della piana fiorentina) possono dimostrare che l’effetto di carico ambientale per tutti gli inquinanti gassosi e particellari è molto limitato fino a risultare trascurabile nel caso di aree antropizzate.

c’è poi uno studio di Federambiente e Politecnico di Milano che analizza le terribili nanopolveri, e anche lì di particolato se ne trova pochino, meno che nell’aria in entrata addirittura.

Che succede ad Acerra? Succede che, se andate a leggere i dati Arpac, quelli NON sono i valori delle emissioni dell’inceneritore, ma gli inquinanti misurati dalla centralina posizionata nella zona industriale, che quindi misura TUTTO: industrie, traffico veicolare, caldaie domestiche, etc, etc. E la correlazione che il nostro valente articolista lascia intendere? Mistero, fatto sta che l’Arpac oggi riporta, sul proprio sito:

Con riferimento alle notizie di stampa relative al superamento dei limiti di concentrazione media giornaliera di PM10, si ritiene opportuno precisare che i dati, registrati nel periodo marzo/maggio 2009 dalle tre centraline ARPAC dell’area acerrana, non si discostano da quelli misurati nel corso delle campagne di monitoraggio ex-ante della qualità dell’aria, effettuate negli anni 2006/2007 in ottemperanza alle prescrizioni della competente Commissione Ministeriale di Valutazione Impatto Ambientale.
Si rileva, altresì, che alcuni dei superamenti dei limiti di PM10, riscontrati nello stesso periodo marzo/maggio 2009 dalle centraline ARPAC, sono stati registrati anche durante i periodi di fermo dell’impianto di termovalorizzazione di Acerra.

 

Insomma, anche in questo caso l’inceneritore non produce effetti significativi, a meno che non riesca ad inquinare anche da spento…

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