I love Israel

sabato 10 gennaio 2009 Posted by tfrab

Approfittando della curiosità generata dall'immagine a fianco (finita sul mio profilo di Facebook) volevo dire anch'io la mia su quanto sta succedendo a Gaza. Come molti europei spero che un giorno si riesca ad avere un po' di pace in medio oriente, per quanto si tratti di una prospettiva davvero lontana. Nel frattempo, tra siti web e blog, non mancano le occasioni per farsi un'opinione personale. Un buon riassunto delle opinioni pro-Israele lo trovate qui, sul blog di Giorgio Israel. Mi sento di sottoscrivere in pieno l'analisi della situazione attuale, meno la soluzione proposta, che è in sostanza la guerra contro Hamas fino al suo annientamento. Non sono sicuro sia una strada praticabile: la soluzione trovata al confine libanese, con i caschi blu a garantire il cessate il fuoco con Hezbollah, ad esempio, è fragile, ma comunque ad oggi ha funzionato (anche se non ha impedito il riarmo dei nemici dello stato ebraico). Continuerà a reggere in futuro? Si può esportare anche a sud? Non lo so, ma mi chiedo, nella mia poca conoscenza delle cose internazionali, se non sia una strada più efficace rispetto all'attuale impasse strategica di Israele.

Una testimonianza preziosa è quella di Giovanni Fontana, volontario in Palestina. Mi pare l'analisi migliore delle ragioni dei palestinesi, senza negare i problemi, a cominciare dall'impresentabilità di Hamas. Meno convincenti il post di Leonardo, al di sotto dei suoi standard, e questo editoriale del New York Times, dove pare che cease-fire sia una semplice riduzione dei missili sparati, e non la loro fine. Un riassunto ben scritto della storia fino ad oggi l'ha fatto l'Economist, in un articolo intitolato "La guerra dei cent'anni".

Mi sento di aggiungere una cosa. Il contributo dato alla cultura europea, e quindi all'identità di tutti noi che l'abitiamo, da parte degli Ebrei nel corso della storia è immenso, incalcolabile. Secoli di persecuzioni, uniti alla Shoah, e alla fuga verso Israele e gli Stati Uniti, ci hanno tolto un tassello fondamentale del nostro modo di essere, senza magari che la maggior parte di noi se ne renda conto. Vi invito perciò, al di là dell'opinione che potete avere sul conflitto in corso, ad approfondire la vostra conoscenza di quella cultura. Guardatevi un film con Groucho Marx, leggetevi un libro di Mordecai Richler, oppure andate a vedervi Moni Ovadia in teatro se passa dalle vostre parti.

Insomma, il senso di questo post è quello che c'è scritto sulla bandiera: amo Israele, spero riesca a superare le difficoltà che lo accompagnano dalla nascita, e che finalmente gli si riconosca il diritto di esistere, come succede per gli altri stati del mondo. Altrimenti non credo si uscirà mai da questa situazione.