Alla ricerca del tempo perduto - M.Proust

sabato 4 ottobre 2008 Posted by tfrab

Per molti la mole di un libro rappresenta un deterrente ad iniziarne la lettura. Tra tutte le opere la più temuta, da questo punto di vista, è Alla ricerca del tempo perduto, di M. Proust. Dopo lunghe esitazioni mi sono convinto a cominciare, grazie anche ad Aleroots. Il libro è meraviglioso, non credo di essere io a doverlo dire. Mi sento solo di aggiungere che, se proprio 3850 pagine vi sembran troppe, provate almeno a leggere il primo libro, Dalla parte di Swann. Intanto vi gusterete il celebre passo sulle Madeleines, che da solo già vale molto. Poi potrete scoprire tutti gli echi di Proust che si trovano nelle opere successive, non solo letterarie. Famosa è la citazione all'inizio di C'era una volta in America, dove Robert De Niro - Noodles dichiara di essere andato a letto presto, al pari del protagonista della Recherche. Anche un film più recente, come Ratatouille, deve molto a Proust: la scena in cui il feroce critico assaggia il piatto preparato dal protagonista è una bella trasposizione del passo delle Madeleines di cui vi parlavo prima.
A me, poi, ha dato molto da riflettere questo passo:
[...]quando erano lungamente contemplati da quell'umile passante, da quel fanciullo sognante - come un re da un memorialista confuso tra la folla -, mai quell'angolo di natura, quel lembo di giardino avrebbero pensato che proprio grazie a lui sarebbero stati chiamati a sopravvivere nelle loro particolarità più effimere; eppure, quel profumo di biancospino che imperversa lungo la siepe dove presto lo sostituiranno le rose di macchia, un rumore di passi senza eco sulla ghiaia d'un viale, la bolla che l'acqua del fiume ha formato contro una pianta acquatica e che subito scoppia, la mia esaltazione li ha presi su di sé ed è riuscita a trasportarli attraverso il succedersi di tanti anni, mentre tutt'intorno le strade sono state cancellate e sono morti quelli che le percorsero e anche il loro ricordo è morto.
fa molto navi in fiamme al largo dei bastioni di Orione, no? O è solo la mia suggestione? Chi lo sa, d'altra parte era proprio Proust che diceva:
Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso.
Fatto il primo passo conoscerete abbastanza di Proust da decidere se valga la pena continuare, oppure no. Nei libri successivi i passi memorabili sono tanti: la Petite bande de Le Fanciulle in Fiore, il ritratto del bel mondo che già ai tempi di Proust era in decadenza, la morte della nonna del protagonista, tanti piccoli ritratti deliziosi di personaggi indimenticabili, come la domestica Francoise, Madame Verdurin, Charlus e tanti altri. Si può avere il dubbio che Proust sia prolisso, ma quando tira fuori certi pezzi di bravura i dubbi spariscono: ce ne sono stati davvero pochi così. Si chiude con Il Tempo ritrovato, dove, al tempo che passa inesorabile, si contrappone l'intuizione di Proust: solo l'Arte è in grado di ridarci il Tempo perduto, permettendo di vedere l'aspetto più misterioso e vero della nostra vita. La pagina finale è, per me, una delle cose più belle mai scritte, unita alla suggestione della pubblicazione postuma, quasi un testamento di Proust:
[...]Il Duca di Guermantes[...]non era poi riuscito ad avanzare che tremando come una foglia sulla poco praticabile cima dei suoi ottantatré anni, come se gli uomini fossero appollaiati su viventi trampoli che aumentano senza sosta sino a diventare, a volte, più alti di campanili, sino a rendere difficili e perigliosi i loro passi, e da cui improvvisamente precipitano.[...]Mi spaventava che i miei fossero già così alti, sotto i miei passi, mi sembrava che non avrei avuto ancora a lungo la forza di tenere attaccato a me quel passato che scendeva già a tale lontananza. Se mi fosse stata lasciata, quella forza, per il tempo sufficiente a compiere la mia opera, non avrei dunque mancato di descrivervi innanzitutto gli uomini, a costo di farli sembrare mostruosi, come esseri che occupano un posto così considerevole accanto a quello così angusto che è riservato loro nello spazio, un posto, al contrario prolungato a dismisura poiché toccano simultaneamente, come giganti immersi negli anni, periodi vissuti da loro a tanta distanza e fra cui tanti giorni si sono depositati – nel Tempo.
segue la parola fine, ma se la Recerche vi è piaciuta è solo l'inizio di un lungo viaggio.
(post aggiornato il 1 settembre 2009, a fine libro)
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