Aumenta la CO2 emessa in atmosfera

sabato 27 settembre 2008 Posted by tfrab 0 comments

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Secondo gli ultimi dati a disposizione, sembra che la quantità di CO2 emessa in atmosfera sia salita, mentre l'efficienza del pianeta nel riassorbirla sta calando, seppur di poco. Altro dato notevole è la classifica degli stati che emettono di più: la Cina ha ormai superato gli Stati Uniti, mentre la Russia sta per essere scavalcata dall'India, che ha già staccato il Giappone. Una delle conclusioni è che, se mai è servito a qualcosa, il protocollo di Kyoto è più che mai inutile, visto che i due big asiatici ne sono esclusi, e non hanno nessuna intenzione di fermare la crescita economica.

Che si fa? Servono idee nuove e capacità di soppesare costi e benefici. La risposta potrebbe arrivare dagli USA, entrambi i candidati appaiono sensibili al problema. Nel frattempo, qui in Europa, l'ambizioso obiettivo 20-20-20 sembra sempre meno realizzabile, e, a mio parere, bene fa Ronchi a chiedere una revisione. Il problema, però, è che il cambiamento di rotta servirà a proteggere lo status quo, ma la capacità di rinnovarsi per il futuro è dubbia, noi al massimo spendiamo soldi per salvare industrie decotte tipo Alitalia.

Poco più a nord, in Germania, utilizzano neanche il 40% dell'energia cinese, ma producono grossomodo la stessa ricchezza. O, se preferite, consumano lo stesso petrolio di una trentina di anni fa, ma nel frattempo la produzione è raddoppiata. Non so come stiamo messi in Italia, temo molto lontani.

(per il link al Global Carbon Project vedi anche Leucophaea)

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David Letterman-Bill Clinton (Part 1of3)

giovedì 25 settembre 2008 Posted by tfrab 0 comments

Sarà un po' di nostalgia, sarà che qui in Italia, quanto a classe politica, non siamo messi benissimo, ma Andrea ha proprio ragione, there's only one. C'è solo un Bill Clinton.

Festival letteratura ebraica

sabato 20 settembre 2008 Posted by tfrab 0 comments

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Uff! A saperlo prima mi organizzavo e ci facevo un salto; comunque segnala ipazia che dal 20 al 24 settembre a Roma c'è il Festival Internazionale di Letteratura Ebraica, ma non fatevi sentire da Vattimo che gli rovinate le ferie...

Tra l'altro pare che, secondo il Talmud, "ogni uomo nel corso della propria vita dovrebbe fare un figlio, piantare un albero e scrivere un libro. In un certo senso, si tratta di tre modi diversi di garantire e preservare la nostra esistenza: portando avanti la specie, nutrendo il nostro pianeta, creando per noi stessi una cultura". Mi viene pensato che per la discendenza ho dato, scrivere ho un blog, penso che tutto sommato possa andare. Per l'albero lavoro in campo ambientale, quindi per il nostro pianeta sto facendo abbondantemente la mia parte.

Insomma, stasera mi sento più leggero e in pace col mondo :-)
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Ghiaccio, Rep e Global Warming

mercoledì 17 settembre 2008 Posted by tfrab 0 comments

Image_Zirkum Come ho già detto altre volte, non mi considero affatto tra gli "scettici" sul cosiddetto global warming, anzi. Penso però che il troppo sensazionalismo intorno alla faccenda faccia più male che bene, perché si finisce per spararla troppo grossa, col risultato di nuocere alla causa che si vorrebbe tutelare.

Poteva forse Repubblica.it esimersi? No, e infatti puntuale è arrivato l'ennesimo titolo insensato sui cambiamenti climatici. Stavolta si tratta dell'avvistamento di un circumzenithal arc sopra i cieli di Cambridge. Il fenomeno è molto raro da osservare: si forma solo in condizioni particolari, una delle quali è la presenza di ghiaccio nell'aria.

Voi avete capito come faccia il riscaldamento globale a generare ghiaccio dove normalmente è assente? Io no, al limite mi aspetterei il contrario. Sarei, però, ancora più curioso di sapere come faccia Rep ad affermarlo con tanta sicurezza. Negli articoli in inglese che ho trovato in internet, ad esempio questo del Daily Mail, non si parla di cambiamenti climatici. Nell'attesa che ci spieghino l'arcano provate a cercare circumzenithal arc con google images, alcune immagini sono davvero belle.

UPDATE: quelli di Antares non l'hanno presa bene, e hanno tutte le ragioni. Ho mandato un'e-mail alla redazione di repubblica.it, difficile rispondano, staremo a vedere.

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A fellow of infinite jest

domenica 14 settembre 2008 Posted by tfrab 0 comments

dfw

È morto, all'età di 46 anni, David Foster Wallace, autore di uno dei più straordinari romanzi pubblicati negli anni '90.

UPDATE (14/09/08 - 22.30):questa è la cosa migliore che ho trovato, in rete, per ricordarlo:

Se ho un vero nemico, un patriarca contro cui commettere parricidio, si tratta probabilmente di Barth e Coover e Burroughs, e perfino Nabokov e Pynchon. Perché, anche se la loro consapevolezza, la loro ironia e la loro anarchia avevano scopi validi, l'assorbimento della loro estetica nella cultura consumistica americana ha avuto conseguenze terribili per gli scrittori e per tutti gli altri. Il mio saggio sulla TV in realtà parla di quanto sia diventata velenosa l’ironia postmoderna. Lo vedi in David Letterman, in Gary Shandling e nel rap, ma lo vedi anche in quella merda di Rush Limbaugh, che potrebbe pure essere l'Anticristo. Lo vedi in T. C. Boyle e William Vollmann e Lorrie Moore. E' più o meno tutto quel che c'è da vedere [in Mark Leyner]. Leyner e Limbaugh sono le torri gemelle dell'ironia postmoderna degli anni Novanta, il loro è un cinismo “hip”, un odio che strizza l'occhio e ti dà di gomito e finge che sia tutto uno scherzo.
L'ironia e il cinismo erano quel che ci voleva contro l'ipocrisia americana degli anni Cinquanta e Sessanta. La cosa grandiosa dell'ironia è che seziona ogni cosa e poi la guarda dall'alto per mostrarne le tare, le ipocrisie, le scopiazzature [...] Il sarcasmo, la parodia, l'assurdo e l'ironia sono modi efficaci di smascherare la realtà e mostrarne la sgradevolezza, ma il problema è: una volta che abbiamo fatto saltare le regole dell'arte, e dopo che l'ironia ha svelato e diagnosticato le brutture del reale, a quel punto che facciamo? L'ironia è utile per sfatare le illusioni, ma in America le illusioni le abbiamo già sfatate e ri-sfatate [...] L'ironia e il cinismo postmoderni sono ormai fini a se stessi, sono il parametro della sofisticatezza hip e dell'abilità letteraria. Pochi artisti osano parlare di altri modi di porsi per risolvere ciò che non va, perché temono di sembrare sentimentali e ingenui agli occhi degli ironisti stanchi di tutto. L'ironia è stata liberatoria, oggi è schiavizzante. In un saggio ho letto una bella frase, diceva che l'ironia è il canto dell'uccellino che ha imparato ad amare la propria gabbia. Non c'è dubbio che i primi postmodernisti e ironisti e anarchici e assurdisti abbiano prodotto cose egregie, ma il guizzo non si passa da una generazione all'altra come il testimone della staffetta, il guizzo è personale, idiosincratico [...] Dai giorni di gloria del postmoderno abbiamo ereditato sarcasmo, cinismo, una posa annoiata maniaco-depressiva, sospetto nei confronti di ogni autorità, sospetto di ogni limite posto alle nostre azioni [...] Devi capire che questa roba ha permeato la nostra cultura, è diventata il nostro linguaggio, ci siamo dentro a tal punto da non capire più che è solo una prospettiva, una tra le tante possibili. L'ironia postmoderna è diventata il nostro ambiente.
[...] Tutta l’attenzione e l’impegno e lo sforzo che come scrittore richiedi al lettore non possono essere a tuo vantaggio, devono essere a suo vantaggio [...] Un’opera davvero grande nasce probabilmente da una volontà di svelarci, di aprirci a livello spirituale ed emotivo in un modo che rischia di farci provare davvero qualcosa nel farlo. Significa essere pronti a morire, in un certo senso, pur di riuscire a toccare il cuore del lettore.

DFW, 1993

via carmillaonline

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Un cappello pieno di ciliege - O. Fallaci

sabato 6 settembre 2008 Posted by tfrab 0 comments

tricolore Vecchia stronza, beh, sì – un po’ mi manchi, scrive Leonardo, che stronca preventivamente la Fallaci. Evidentemente a me manca di più, perché il suo ultimo romanzo, uscito postumo, me lo sono comprato, e non mi è dispiaciuto. Un cappello pieno di ciliege è una parte della storia familiare di Oriana, intrecciata con le vicende che hanno portato alla nascita del nostro paese. Il romanzo è gradevole, anche se incompleto: più volte si fa accenno alla terribile notte del 1944, in cui alcuni cimeli di famiglia andarono distrutti. Però di quella notte non c'è traccia nel libro, forse perché il mal dolent si è portato via la Fallaci troppo presto, costringendola a troncare il romanzo.

Quello che mi è davvero piaciuto, del libro, è l'amore della scrittrice per questo paese: partendo dalla sua Toscana, da un dipinto di Giotto custodito in una chiesa di campagna. Proseguendo poi con le storie del Risorgimento,con Cavour e Garibaldi, per finire nell'Italia oramai unificata. Immagino sia la storia travagliata che ha portato alla nostra unità che, talvolta, ci fa quasi scordare di essere italiani. Fortuna che, ogni tanto, qualcuno ce lo ricorda: ciao Oriana, e grazie di tutto. Ci mancherai.

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DNA - JD Watson

mercoledì 3 settembre 2008 Posted by tfrab 0 comments

JamesDWatson DNA è il libro scritto J.D. Watson con A. Berry, che ripercorre il vertiginoso sviluppo legato alla scoperta del DNA, avvenuta oltre 50 anni fa. Attraverso i 13 capitoli possiamo avere un quadro accurato dello stato dell'arte in materia di biotecnologie, terapia genica, OGM...insomma tutto il mondo che ruota attorno all'acido desossiribonucleico.

Si tratta di un testo divulgativo, ottimo se non avete una grande preparazione in materia, ma comunque interessante anche per chi ha avuto modo di studiare un po' di Biochimica all'università , ma ha voglia di curiosare "dietro le quinte" delle scoperte più importanti. Ad esempio la vergognosa pagina dell'eugenetica, la preistoria della genetica moderna, viene subito trattata in apertura.

Poco convincenti, invece, le considerazioni dell'autore verso la fine del libro, quando si esce dall'ambito strettamente tecnico, per indagare i rapporti tra DNA e resto del mondo. Watson ha ragione nell'auspicare una ricerca che non venga distorta da considerazioni non scientifiche, vedi il caso di Lysenko. Non possiamo, poi, che condividere l'invito a non "conformarsi docilmente alla linea dettata dall'ortodossia progressista". Però tutte queste premesse non sarebbero bastate a salvarci dall'eugenetica, male probabilmente più profondo dei semplici pregiudizi a-scientifici di Madison Grant e Harry Laughlin.

Davvero si può fare ricerca illudendosi di presentarsi ai fatti senza una minima opinione preconcetta degli stessi? Veramente possiamo immaginare un mondo in cui la Scienza non è influenzata dalla società? Ho la sensazione che Watson la stia facendo un po' troppo facile. Certo, lo scopo del libro non è buttarla in filosofia, però ancora una volta mi viene pensato che, accanto ai corsi inerenti la specializzazione scelta, un paio di libri di epistemologia non farebbero male ai futuri ricercatori.

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