Caro Herr Nietzsche

venerdì 13 giugno 2008 Posted by tfrab

saul bellow Caro Herr Nietzsche,

mio caro signore, posso rivolgerle una domanda? Lei parla del potere che ha lo spirito dionisiaco di resistere alla vista del Terribile, del Discutibile, di permettersi il lusso della Distruzione, di assistere alla Decomposizione, alla Bruttezza, al Male. Tutto ciò lo spirito dionisiaco può farlo in quanto possiede lo stesso potere di recupero che ha la Natura stessa. Alcune di queste espressioni, bisogna che glielo dica, hanno un timbro molto germanico. Una frase come “il lusso della Distruzione” è totalmente wagneriana, ed io so come lei sia giunto a disprezzare tutta la morbosa idiozia e magniloquenza wagneriana.

Ora noi ne abbiamo viste abbastanza di distruzioni per poter dire di avere sperimentato ampiamente il potere dello spirito dionisiaco, e dove sono gli eroi che ne sono usciti guariti? Io e la Natura (stessa) stiamo insieme soli, nelle Berkshires, ed è l’occasione buona per me per capire. Sto sdraiato in un’amaca, mento sul petto, mani intrecciate, mente zeppa di pensieri, agitato, sì, ma anche allegro, ed io so che lei tiene in grande considerazione l’allegrezza - l’allegria vera, non l’apparente ottimismo degli epicurei, né lo strategico buonumore degli angosciati. So anche che lei crede che il dolore profondo nobiliti, il dolore che arde lentamente, come il legna verde, e qui in un certo senso ha ragione. Ma per questa educazione più elevata è necessaria la sopravvivenza. Bisogna che uno sopravviva al dolore. Herzog! tu la devi smettere con questa litigiosità e con l’aizzamento dei grandi uomini.

No, sul serio, Herr Nietzsche, io ho grande ammirazione per lei. Simpatia. Lei vuoi metterci in grado di vivere con il vuoto. Non disporsi alla bontà d’animo, alla fiducia, alle solite mediocri considerazioni umane, ma chiedere, come giammai fu stato chiesto prima, incessantemente, con ferrea determinazione, nel male, oltre il male, senza accettare mai nessun abbietto conforto. Le domande più assolute, più pungenti. Ripudiando il genere umano come esso è, questa plebaglia volgare, gretta, fraudolenta, puzzolente, non illuminata, instupidita, e non soltanto la plebaglia operaia, ma anche peggio la plebaglia “istruita” con i suoi libri, concerti e conferenze, il suo liberalismo e i suoi romantici e teatrali «amori» e “passioni” — meritano tutti di morire, e moriranno. Okay.

Tuttavia i suoi estremisti devono sopravvivere. Senza sopravvivenza, niente Amor Fati. Anche i suoi immoralisti mangiano carne. Vanno in autobus. Sono anzi quelli tra i viaggiatori a cui l’autobus fa più male. Il genere umano vive principalmente di idee corrotte. Una volta corrotte, le sue idee non sono meglio di quelle del cristianesimo che lei condanna. Qualsiasi filosofo che vuole tenersi in contatto col genere umano dovrebbe pervertire il proprio sistema in anticipo per vedere come apparirà in realtà a qualche decina d’anni dalla sua adozione. La saluto da questo mero limite di erbosa luce temporale, e le auguro felicità, ovunque si trovi. Il suo, sotto il velo di Maya,

M.E.H.

(tratto da S. Bellow - Herzog)

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