Sogni e Realtà

domenica 6 aprile 2008 Posted by tfrab

Ciò che in Iran avevamo in comune con Fitzgerald - anche se allora non ce ne rendevamo conto — era proprio il sogno, che divenne la nostra ossessione e finì per prendere il sopravvento sulla realtà, un sogno bello e terribile, impossibile da realizzare, in nome del quale si poteva giustificare e perdonare qualunque ricorso alla violenza.

«I sogni» dissi rivolta a Nyazi «sono ideali perfetti, compiuti in se stessi. Come si può sovrapporli a una realtà imperfetta, incompleta, in perenne mutamento? Si farebbe la fine di Humbert, che distrugge l’oggetto dei propri sogni; o di Gatsby, che distrugge se stesso».

Quando lasciai l’aula, quel giorno, non dissi niente di ciò che io stessa allora intuivo appena, e cioè che il nostro destino era sempre più simile a quello di Gatsby. Lui aveva cercato di realizzare il suo sogno facendo rivivere il passato, e alla fine si era reso conto che il passato era morto e sepolto, il presente soltanto una finzione, e che non c’era futuro. Non somigliava forse alla nostra rivoluzione, scoppiata in nome di un nostro passato collettivo, e che nel nome di un sogno aveva distrutto le nostre vite?

(A. Nafisi - Leggere Lolita a Teheran)

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