La conversione di Magdi Allam

giovedì 27 marzo 2008 Posted by tfrab

La conversione di Magdi Allam ha fatto molto discutere: in molti hanno avanzato dubbi sull'opportunità di una conversione pubblica (dal sapore antico, come dice Gad Lerner), quasi che potesse suonare provocatoria.

Narra lo stesso M. Allam (in una parte della sua lettera al Corriere non pubblicata):

Il mio è un percorso che inizia da quando all’età di quattro anni, mia madre Safeya – musulmana credente e praticante [...]mi affidò alle cure amorevoli di suor Lavinia dell’Ordine dei Comboniani[...] Ho avuto una stagione in cui la presenza amorevole e lo zelo religioso di mia madre mi hanno avvicinato all’islam, che ho periodicamente praticato sul piano culturale e a cui ho creduto sul piano spirituale secondo un’interpretazione che all’epoca, erano gli anni Sessanta, corrispondeva sommariamente a una fede rispettosa della persona e tollerante nei confronti del prossimo, in un contesto – quello del regime nasseriano – dove prevaleva il principio laico della separazione della sfera religiosa da quella secolare.
Del tutto laico era mio padre Mahmoud al pari di una maggioranza di egiziani che avevano l’Occidente come modello sul piano della libertà individuale, del costume sociale e delle mode culturali ed artistiche, anche se purtroppo il totalitarismo politico di Nasser e l’ideologia bellicosa del panarabismo che mirò all’eliminazione fisica di Israele portarono alla catastrofe l’Egitto e spianarono la strada alla riesumazione del panislamismo, all’ascesa al potere degli estremisti islamici e all’esplosione del terrorismo islamico globalizzato.
[...]

C'è stato un mondo dove una madre devota all'Islam poteva mandare il figlio a scuola dalle suore, dove un padre poteva essere laico e musulmano: quel mondo è morto, per questo Allam, e non solo lui, se ne va. Per questo non è così insensato battezzarlo in pubblico, anzi. Meglio di me lo spiega Spengler, ripreso da Camillo:

La Ali è laica, difficilmente potrà convincere i musulmani a riconsiderare la loro religione, mentre Theo van Gogh e gli altri offrono “il vuoto spirituale e l’edonismo di un libertino e di un cinico che non possono far altro che disgustare i musulmani”. Magdi Allam, scrive Spengler, “concorda con i suoi ex correligionari nel ripudiare la cultura degradata dell’occidente moderno, ma offre una risposta molto diversa: una religione fondata sull’amore”.

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